Presentato il terzo rapporto sulla bioeconomia. Italia seconda in Europa

Qual è il peso specifico della bioeconomia in Italia? Quali sono le potenzialità di una sua ulteriore crescita? E come si colloca il nostro paese in confronto agli altri principali paesi europei? A queste domande cerca di dare una risposta il terzo rapporto sulla bioeconomia in Europa, curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo e da Assobiotec, con la collaborazione di CREA e di altri centri studi.

Rispetto ai rapporti precedenti è stato allargato il perimetro della definizione di bioeconomia per includere, oltre ai settori già considerati in passato (agricoltura, silvicoltura, pesca, alimentare, legno, carta, chimica biobased e biocarburanti) anche i settori del tessile da fibre naturali, della concia, del biotech farmaceutico e della componente biobased del settore dell’energia; una parte rilevante del rapporto, inoltre, è dedicato al ruolo dei rifiuti biodegradabili.

Il confronto con gli altri principali paesi europei (dati aggiornati al 2014) evidenzia il peso rilevante che rivestono in Italia i settori connessi alla bioeconomia rispetto al valore complessivo della produzione. L’Italia, con un peso specifico pari all’8,1%, è seconda solo alla Spagna (10,8%, con un contributo largamente prevalente dell’agro-alimentare) e supera la Francia (7,5%), la Germania (6,1%) e il Regno Unito (4,7%). In valori assoluti, le attività connesse alla bioeconomia hanno raggiunto in Italia nel 2015 un valore di oltre 250 miliardi di euro, con 1 milione 650mila occupati.

Rispetto ad altri paesi l’Italia si caratterizza per una maggior diversificazione settoriale: il peso prevalente ovviamente è quello della filiera agro-alimentare, ma hanno un ruolo significativo anche il tessile e la concia, l’industria del legno e della carta, le componenti high tech della chimica biobased e della farmaceutica, i rifiuti biodegradabili.

La bioeconomia, tuttavia, è un mondo complesso, che non può essere ridotto ad un semplice elenco di settori e di prodotti che ne fanno parte. Per questo motivo il rapporto affronta alcuni temi essenziali per lo sviluppo della bioeconomia in Italia, partendo da una analisi dei flussi di materia. I dati aggiornati sulla biomassa, che includono gli input primari delle coltivazioni agricole, della pesca e del legno ed escludono la zootecnia, confermano il trend storicamente decrescente di estrazione: rispetto agli oltre 140 milioni di tonnellate (dato medio) della seconda metà degli anni ‘90 si è scesi a 113 milioni di tonnellate medie nel quinquennio 2009-2014. Una riduzione in parte connessa alla fase recessiva dell’economia italiana, ma che può essere interpretata anche con altre chiavi di lettura: da un lato una maggiore attenzione alla conservazione delle risorse naturali, dall’altro una diminuzione della capacità di generare risorse rinnovabili legata anche al trend di crescita del consumo di suolo. Certo è, in ogni caso, che uno sviluppo armonico della bioeconomia richiede l’adozione di un’ottica circolare che tenga conto del ciclo di vita della materia.

Per questo motivo il rapporto dedica una attenzione particolare al settore dei rifiuti biodegradabili e al ruolo che questo può avere per lo sviluppo della bioeconomia e per la transizione ad un’economia circolare. La raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti urbani registra un’accelerazione importante, raggiungendo nel 2015 circa 100 kg per abitante come media nazionale (122 al nord, 101 al centro, 70,2 al sud).  E’ un settore che può crescere ancora, se ad una previsione quantitativa di almeno 140 kg per abitante, pari ad una raccolta di circa 9 milioni di tonnellate, si accompagneranno un miglioramento progressivo della qualità della raccolta e l’adeguamento del sistema impiantistico (considerando che l’attuale gap infrastrutturale rappresenta un freno allo sviluppo del settore). Già oggi il ciclo dei rifiuti biodegradabili in Italia vale quasi 10 miliardi di euro, con circa 40mila addetti. Il suo sviluppo, attraverso adeguate strategie pubbliche e private, è sicuramente parte importante della transizione ad una economia circolare.

Intanto, proprio in questi giorni, è stata presentata la Strategia nazionale per la bioeconomia, di cui pubblichiamo il testo.

Download “Intesa San Paolo| Report: la bioeconomia in Europa” Pubblicato il: 6 Apr 2017

Download “Presidenza del Consiglio dei Ministri | BIT - Strategia nazionale per la bioeconomia” Pubblicato il: 28 Apr 2017

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