Sei associazioni chiedono a Costa di introdurre obiettivi di vendita obbligatori per auto elettriche

Sei associazione italiane, Greenpeace, Legambiente, WWF, Kyoto Club, Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Cittadini per l’Aria hanno invitato il Ministro Sergio Costa a introdurre obiettivi di vendita obbligatori per i veicoli Low e Zero Emission e a sostenere obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 di auto e furgoni, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Le automobili e i furgoni sono responsabili, infatti,dei due terzi delle emissioni di carbonio prodotte dai trasporti, il settore con le emissioni più elevate dell’UE, con il 27% delle emissioni totali di CO2. I trasporti sono l’unico settore il cui impatto sul clima è aumentato dal 1990.

Nell’ultimo anno la Cina ha investito 21,7 miliardi di euro nella produzione di veicoli elettrici (EV), mentre l’Europa solo 3,2, questi le cifre elaborate da Transport & Environment (T&E) a partire dagli annunci delle case automobilistiche europee. La Cina produce un terzo in più di automobili rispetto all’Europa (23,5 milioni di autovetture prodotte nel 2017 e 17 milioni in Europa) per cui le dimensioni del mercato non spiegano l’enorme disparità di investimenti. L’ambizioso mandato della Cina, che impone ai costruttori automobilistici di produrre veicoli elettrici sul suo territorio, è un fattore chiave per gli investimenti nei veicoli elettrici, che oggi manca in Europa.

La politica cinese in materia di veicoli puliti – il “mandato per i veicoli a energia nuova” – prevede che i costruttori di automobili ottengano crediti per la produzione di veicoli elettrici equivalenti al 10% del mercato complessivo delle autovetture nel 2019 e al 12% nel 2020. Considerando la struttura del credito, l’obiettivo per il 2020 si tradurrebbe in veicoli a zero emissioni pari a circa il 4% dei veicoli venduti. Nel novembre dello scorso anno, la Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture del 15% e del 30% rispettivamente nel 2025 e nel 2030, ma non ha posto nessun obiettivo significativo sulle vendite di veicoli a zero emissioni. I ministri dell’ambiente dell’UE si incontreranno lunedì 25 giugno per discutere le ambizioni della proposta e molti paesi dovrebbero spingere per un suo rafforzamento.

L’europa – ha detto Raimondo Orsini, Direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – non può perdere il treno della green economy e lasciare alla Cina la crescita dei green jobs. L’auto elettrica, su cui tutti i produttori stanno investendo nel mondo, deve essere prodotta in Europa con quote ragionevoli e non marginali. Siamo in un momento cruciale e la partita si può ancora vincere, ma servono le giuste politiche industriali”.

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Scarica il Rapporto | EU playing catch-up: China leading the race for electric car investments

 

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