Efficienza energetica: Parlamento Ue approva nuova direttiva, una roadmap al 2020

Interventi di efficientamento degli edifici pubblici, schemi di risparmio per le utilities energetiche, audit energetiche per le grandi aziende: queste le misure obbligatorie previste dalla Direttiva sull' efficienza energetica approvata dal Parlamento europeo.

Secondo il provvedimento comunitario, approvato con ben 632 voti favorevoli, un taglio dei consumi di energia del 20% può far risparmiare all’Europa 50 miliardi di euro l’anno.

 

Questo atto legislativo – ha detto il relatore Claude Turmes è essenziale non solo per realizzare la sicurezza energetica e gli obiettivi climatici, ma anche per dare una scossa all’ economia e all’ occupazione. Inoltre ridurrà i costi delle importazioni energetiche che nel 2011 sono stati di 488 miliardi, il 3,9% del Pil”.

 

In particolare la direttiva prevede che gli stati membri dovranno promuovere la riqualificazione del 3% degli edifici pubblici ogni anno (con superfici > 500 mq e da luglio 2015 di 250 mq), occupati dal governo centrale; che le imprese di servizi energetici promuovano interventi in grado di portare ogni anno, dal 2014 al 2020, a nuovi risparmi pari ad almeno l’1,5% dell’energia venduta ai propri clienti (questa misura da sola dovrebbe consentire di ottenere circa metà dell’obiettivo di risparmio della Direttiva, circa 100 Mtep); che, entro tre anni dall’entrata in vigore della Direttiva, le grandi imprese dovranno assoggettarsi ad un audit energetico, da rinnovare ogni quattro anni.

Infine la Direttiva, oltre a ribadire l’importanza degli aspetti legati alla trasparenza e alla correttezza dell’informazione, prevede la prossima creazione di specifici strumenti per il finanziamento degli interventi per l’efficienza energetica. La Direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea e gli Stati membri avranno 18 mesi per recepirla nella legislazione nazionale.

 

“La Direttiva – ha commentato Paolo Degli Espinosa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – oltre ai suoi positivi effetti in termini di obblighi, potrà conseguire effetti di stimolo per le amministrazioni centrali, regionali e locali a percepire gli interventi di efficientamento energetico come convenienza complessiva e non solo come adempimento di obblighi. Ciò vale in particolare per l’efficientamento degli edifici pubblici, in quanto il 3% potrebbe essere applicato da tutte le Amministrazioni interessate, anche come effetto pilota rispetto al settore privato e come contributo positivo alla crisi del settore edilizio (perdita del 25% in 5 anni)” .

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