Tira una brutta aria nelle città europee, Rapporto AEA

Quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato e sono molti i cittadini europei che respirano alte dosi di biossido di azoto e ozono.

Questo quanto emerge dal nuovo Rapporto dell’ Agenzia europea per l’ ambiente (AEA) sulla qualità dell’ aria nelle città europee.

L’ inquinamento atmosferico causa danni rilevanti alla salute di chi abita nelle città: ogni anno infatti provocherebbe in Europa 500.000 morti premature che, secondo l’ AEA, potrebbero più che dimezzarsi entro il 2020, scendendo a 230.000, se si passasse alla mobilità elettrica e si applicassero nuove misure anti- inquinamento. A questi costi umani, secondo Jacqueline McGlade, Direttore esecutivo dell’ AEA, si aggiungono anche perdite economiche stimate in 630 miliardi di euro in spese sanitarie.

 

Secondo il Rapporto i limiti europei sono molto meno restrittivi di quelli dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Se si applicassero questi ultimi, 8 cittadini europei su 10 sarebbero a rischio particolato, e la quasi totalità (97%) a rischio ozono contro il 17% stimato applicando i limiti dell’ Unione Europea. Il nuovo Rapporto dell’ AEA mostra però anche segnali positivi per l’ aria delle città europee, alcuni inquinanti sono infatti in fase regressiva come l’ anidride solforosa che si è ridotta dell’ 82% dal 1990 grazie a normative più stringenti o il monossido di carbonio che è sceso del 62%.

Il paese a più alto tasso di inquinamento, come si legge nel Rapporto, è la Bulgaria con 437 morti di smog per ogni milione di abitanti. Organizzazioni sanitarie e associazioni ambientaliste stanno facendo pressione sulla Commissione europea affinchè in Europa vengano applicati i limiti previsti dall’OMS, ma, come ha osservato il commissario all’ambiente, non sarà facile, molti stati membri, infatti, si sono mostrati molto “permissivi” sull’ applicazione della direttiva del 2008 sulla qualità dell’ aria che, inoltre, in tempo di crisi economica viene spesso considerata di ostacolo alla crescita.

 

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