La Germania accelera sullo shale gas

La Germania, un paese che sta cercando risorse energetiche alternative al nucleare, preme l’ acceleratore sulle perforazioni per la ricerca di shale gas.

 Il governo di Angela Merkel nei giorni scorsi ha reso pubblico un progetto di legge che consente  la ricerca del gas non convenzionale attraverso il “fracking”, la fratturazione idralica, una pratica questa molto contestata dal punto di vista dell’ impatto ambientale. Il “fracking” prevede, infatti, il pompaggio  ad alta pressione di grandi quantità di acqua e prodotti chimici nel terreno  per liberare dalle rocce lo shale gas intrappolato. Il progetto di legge introduce misure di salvaguardia ambientale vietando il “fracking “ nelle aree protette e in prossimità di falde acquifere, un divieto questo che si applicherebbe all 14% del territorio tedesco. Per tutti i progetti. inoltre, saranno obbligatori studi di impatto ambientale. Ma queste garanzie ambientali non sono sufficienti per i Verdi e i Socialdemocratici che hanno chiesto una moratoria sullo sviluppo dello shale gas fin quando non si troveranno tecnologie maggiormente sostenibili da un punto di vista ambientale. La Germania, insieme a Polonia, Romania, Francia e Olanda, è il paese con le maggiori riserve di shale gas ve che ammontano a circa 2.300 miliardi di metri cubi  (il consumo annuo di gas in Germania è di circa l’86 miliardi di metri cubi, per metà importato dalla Russia) . Il problema energetico si è posto alla Germania dopo la decisone di chiudere tutte le centrali nucleari entro il 2022 e non solo lo shale gas è nel mirino, ma si prevedono difficoltà anche  per l’ energia  rinnovabile: sono numerose infatti le contestazioni alla realizzazione di linee elettriche ad alta tensione necessarie per il trasporto dell’ energia prodotta dalle centrali eoliche offshore del Mare del Nord ai bacini industriali del centro e del sud del Paese.

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