Clima: Europarlamento dice no a modifica ETS, a rischio sistema

La plenaria del Parlamento europeo ha respinto a stretta maggioranza la proposta della Commissione di congelare la messa all'asta di 900 milioni di quote di emissioni per farne aumentare il prezzo unitario, crollato da 30 euro agli attuali 4 euro per tonnellata di CO2.

La proposta della Commissione era stata approvata dalla Commissione ambiente, in quanto come sostenuto il relatore, il socialdemocratico tedesco Matthias Groote, il sistema ETS “dev’essere risanato perchè non ha gli effetti che doveva avere: oggi gli investimenti nelle energie rinnovabili non sono piu’ redditizi”.

Ma era stata respinta dalla Commissione industria presieduta dall’eurodeputata italiana del Pdl Amalia Sartori che aveva spiegato che l’aumento artificiale del costo delle quote avrebbe aggravato quelli per l’industria. A favore della proposta della Commissione si erano espressi, con una lettera, anche sei ministri dell’ambiente europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia)i, secondo cui la sopravvivenza dell’Ets costituisce una questione ”di vitale importanza sia per la nostra economia sia per il nostro ambiente”.

‘Abbiamo bisogno di un segnale di prezzo efficace dall’Ets – scrivono i ministri dell’ambiente firmatari – se non vogliamo mettere a rischio i nostri obiettivi di lungo termine per il clima”, Una presa di posizione forte, invece, contro la proposta della Commissione era venuta dai settori produttivi “energy intensive”, come carta, acciaio, vetro, cemento ecc che avevano messo in guardia contro gli impatti economici e di competitività della proposta della Commissione.

 

Dopo la bocciatura (334 a 315 con 63 astenuti), la plenaria ha approvato la proposta firmata da oltre 40 parlamentari del Ppe, di rinviare il testo alle commissioni parlamentari.

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