Ue, sostenere il mercato del riciclo dei rifiuti nella crisi economica

La Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea interviene con una nota che invita i Paesi membri a sostenere il mercato del riciclo e del recupero dei rifiuti, messo in difficoltà dall'attuale crisi.

 

La recessione economica colpisce in Europa anche il settore del riciclo dei rifiuti: il calo dei prezzi delle materie prime e della domanda stanno, in particolare per le frazioni merceologiche di bassa qualità e per quella parte destinata al riciclaggio fuori dalla Unione europea. Il problema delle difficoltà del settore del riciclo, già discusso nell’incontro dello scorso dicembre in Irlanda, è stato ripreso in un documento della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, preparato in occasione del Consiglio dei Ministri dell’ambiente del 2 marzo scorso.

Il documento si basa sulle informazioni fornite dalla Commissione europea e tiene conto dei risultati della discussioni con gli Stati membri (riunione informale dei dirigenti UE sui rifiuti del 16 febbraio 2009 a Praga) e con le parti interessate.

 

La mancanza di uno sbocco di questi materiale porta al loro accatastamento – in attesa di tempi migliori – o al loro smaltimento (discarica/incenerimento).

A ciò si aggiunge anche il fatto che gli operatori segnalano una carenza liquidità a fronte dell’indisponibilità del settore bancario di finanziare i costi operativi. Le imprese in maggiore difficoltà sono soprattutto quelle che prima della recessione hanno scommesso sull’aumento dei prezzi della materia.

 

La preoccupazione manifestata trova il suo fondamento anche sul fatto che il settore del riciclaggio dei rifiuti costituisce un significativo contributo per l’economia e per le opportunità di lavoro. Esso, infatti, rappresenta uno dei mercati guida per l’innovazione e lo sviluppo assunto nel documento EU del dicembre 2007.

L’industria della gestione e del riciclo dei rifiuti nell’UE ha registrato un fatturato di € 95 miliardi e di fornisce tra 1.200.000 e 1.500.000 di posti di lavoro. Questo comprende la raccolta e la cernita dei rifiuti, nonché il reimpiego e riciclaggio dei materiali. Nel settore del riciclaggio operano più di 60.000 imprese, di cui oltre il 95% rientrano tra le piccole e medie imprese.

Le spedizioni di rifiuti nell’Unione europea sono triplicate tra il 1995 e il 2005. Circa il 50% dei rifiuti di carta sono stati esportati fuori dall’Unione europea, in particolare in Asia. Quasi i due terzi di tutti i rifiuti di materie plastiche sono esportati in paesi non UE, quasi tutte in Asia. La maggior parte dei metalli esportazioni vengono esportati all’interno dell’UE.

Allo stesso tempo, il riciclaggio è di importanza strategica per l’ambiente e per la competitività europea. Si migliora l’efficienza dei materiali e offre un notevole risparmio energetico. Si stima che il riciclaggio dei metalli, vetro, carta e plastica consentano di risparmiare oltre 200 Mln/ton di CO2 equivalente e un ulteriore aumento nel riciclaggio permetterebbe di risparmiarne almeno altri 50 Mln/ton. Infine, il riciclaggio aiuta a valorizzare e rende disponibili materie strategiche per l’industria europea senza il bisogno di ricorrere all’importazione di materia prima.

La caduta del mercato del materiale riciclato, inoltre, può generare un pericoloso aumento dello smaltimento illegale.

 

I più recenti incontri hanno prodotto le seguenti conclusioni:

 

  1. Sostenere il riciclaggio e conservare gli attuali obiettivi rientrano tra le principali priorità degli Stati. Ridurre o rinviare gli obiettivi porterebbe al scadimento del mercato del riciclaggio dei rifiuti e potrebbe avere un impatto negativo sulla percezione pubblica. Tuttavia, la futura legislazione dovrebbe valutare adeguatamente gli obiettivi possibili, come ad esempio, i provvedimenti di attuazione della direttiva ecodesign.

  2. Gli Stati membri hanno espresso preoccupazioni in merito alla diminuzione della domanda di materiali riciclati, sebbene la situazione sia diversa tra gli Stati membri. I più colpiti sono gli Stati con una minore qualità della raccolta differenziata. Anche quegli stati che puntano soprattutto sull’esportazione di materiali riciclati incontrano notevoli difficoltà. La raccolta differenziata di RSU rimane ad un livello elevato, nonostante la crisi. Data la maggiore difficoltà di operare il recupero dagli RSU rispetto ai rifiuti speciali, occorre tener distinte le gestioni di queste due frazioni.

  3. Non risulta essere totalmente soddisfatta la domanda di materiale riciclato di alta qualità. Il rifiuto che è stato sottoposto ad una cernita di elevato standard ed è stato ripulito ha una maggiore potenzialità di domanda.

  4. Una significativa diminuzione del valore di gran parte dei materiali è stata confermata. Recuperare i rifiuti indifferenziati è diventato molto costoso, mentre i rifiuti differenziati possono essere recuperati ad un tasso basso o addirittura a costo zero.

  5. Le materie plastiche e carta mista sono le frazioni più colpite. Una qualità superiore di rifiuti di carta e cartone possono ancora trovare una domanda a tariffa ridotta. Miscugli delle diverse frazioni cellulosiche hanno registrato un significativo calo della domanda. I prezzi sono precipitati e la carta mista non è idonea per uno stoccaggio a lungo termine a causa del suo degrado.

  6. Il mercato della plastica rimane fragile. Tuttavia, si registra ancora la domanda per quella con una migliore qualità di cernita. Il fattore chiave è la differenza di prezzo tra polimeri vergini e polimeri riciclati. I polimeri vergine riflettono il prezzo del petrolio. Quando il prezzo del petrolio diminuisce, si crea concorrenza con i polimeri riciclati.

  7. L’acciaio risente invece soprattutto della domanda di due grandi settori, l’automobilistico e le costruzioni,tutti e due in gravi difficoltà.

  8. Sviluppare la capacità di recupero senza un corrispondente aumento della capacità di produzione e della domanda dei beni risultanti non risolverebbe il problema. Pertanto, questa capacità deve essere sviluppata di pari passo con i mercati finali. Tra i diversi problemi che incontra il settore vi è l’accesso a capitali di investimento.

  9. Alcuni Stati membri ritengono che la vigente disciplina sul trasporto dei rifiuti, del REACH e la proposta di revisione della direttiva IPPC possano causare un notevole onere amministrativo che potrebbe scoraggiare talune operazioni di riciclaggio.

  10. Gli appalti verdi sia pubblici che privati sono visti come una possibile soluzione a lungo termine per stimolare la domanda di materie prime secondarie.

  11. Alcuni stati ritengono che dovrebbero essere esaminati la riduzione dell’IVA o altri incentivi fiscali. Tuttavia, questi temi dovrebbero essere trattati dall’Ecofin.

 

Il documento del Segretariato Generale consiglia di distinguere fra interventi a breve e lungo termine, sia a livello nazionale che europeo e presenta una lista di possibili azioni e misure:

  1. Mantenimento degli attuali obiettivi di recupero e riciclaggio: eventuali nuovi obiettivi dovranno essere definiti sulla base di un’analisi dettagliata;

  2. Sostenere il settore del riciclaggio;

  3. Accentrare l’attenzione sulla prevenzione e minimizzazione dei rifiuti, ad esempio, attraverso la direttiva sulla progettazione ecocompatibile e attuazione della direttiva quadro sui rifiuti, in particolare l’aggiornamento dei piani di gestione e dei piani di prevenzione dei rifiuti.

  4. Esaminare e analizzare tutti gli ostacoli e, se identificati, ridurre gli oneri amministrativi, in particolare, in materia di riciclaggio (ad esempio il regolamento sulle spedizioni di rifiuti, REACH, IPPC recensione), eventualmente ricorrendo all’e-government;

  5. Accelerare i lavori sui criteri di cessazione dello status di rifiuto: una chiara identificazione di quando le materie riciclabili cessano di essere rifiuti permetterebbe di eliminare inutili oneri di trattarli e trasportarli come rifiuti;

  6. Migliorare i metodi di raccolta e di cernita dei rifiuti e, di conseguenza, migliorare la qualità di materiali riciclati;

  7. Disposizioni per il riciclaggio già esistono nella direttiva Eco-design: si propone tuttavia di introdurre nelle future misure di attuazione criteri che agevolano l’utilizzo di materiali riciclati;

  8. Incentivi finanziari a livello nazionale per migliorare la raccolta e la cernita e incoraggiare i cittadini a separare i rifiuti – ad esempio mediante l’aumento delle tasse per lo smaltimento di rifiuti riciclabili o anche il divieto di smaltimento(discarica o incenerimento); riduzione delle aliquote dell’imposta sulle società per le imprese che utilizzano materiali riciclati; aumento delle aliquote fiscali sulle materie prime.

  9. Riduzione dell’IVA: esplorare la possibilità di ricorrere alla riduzione dell’IVA per alcuni beni derivanti da materia riciclata, si consiglia l’ampliamento dell’elenco dei prodotti sui quali ridurre le aliquote IVA, così come l’introduzione di aliquote IVA basate sull’efficienza energetica.

  10. Gli appalti pubblici “verdi” possono incoraggiare l’acquisto sia di materia riciclata che prodotti derivati da materia recuperata. L’attuazione delle strategie esistenti (Piano di azione sulle tecnologie ambientali, appalti verdi, Comunicazione, ecc) devono essere rafforzate a livello nazionale.

  11. Anche nel settore privato occorre promuovere velocemente gli appalti verdi: incoraggiare le imprese e le industrie ad acquistare i materiali riciclati; cooperazione dei governi con il settore della vendita al dettaglio, in quanto i dettaglianti sono quelli che hanno il potere di fare in modo che prodotti contenenti rifiuti riciclabili siano disponibili per la vendita.

  12. Coerente applicazione della normativa e dei controlli sui trasporti transfrontalieri di rifiuti.

  13. Accelerazione della politica “iniziativa sui Mercati Guida” in merito al riciclaggio dei rifiuti e la focalizzazione sul tema dei programmi di ricerca e sviluppo e la diffusione delle migliori pratiche.

 

Il documento conclude con la raccomandazione di sostenere il mercato del ricupero dei rifiuti. Del resto viene osservato che mentre i mercati in generale possono essere in grado di assorbire e adattarsi ad un elevato grado di volatilità, quelli connessi con la salvaguardia dell’ambiente richiedono stabilità e continuità nella politica di attuazione.

 

Stefano Leoni (Vice Presidente del WWF Italia)

 

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