In Europa la crescita dei rifiuti più lenta della crescita economica

La produzione complessiva di rifiuti è tendenzialmente in aumento (nel migliore dei casi in via di stabilizzazione) nella maggior parte dei paesi della Ue, ma ad un ritmo più lento della crescita economica.

La Commissione europea ha pubblicato una relazione sui risultati ottenuti dagli Stati membri nella prevenzione e nel riciclaggio dei rifiuti. Da quanto emerge, anche se alcuni paesi hanno compiuto progressi eccellenti, si è ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo a lungo termine di una “società del riciclaggio”, in cui non solo si eviti di produrre rifiuti ma li si utilizzi anche come vera e propria risorsa.

 

Negli ultimi dieci anni, la produzione di rifiuti urbani si è stabilizzata su circa 524 kg pro capite all’anno, sebbene nello stesso periodo i consumi domestici siano aumentati mediamente del 16%. Alcuni Paesi come la Germania, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’ Ungheria, la Svezia e la Lituania tra il 1997 e il 2008 sono riusciti a ridurre la produzione pro capite di rifiuti solidi urbani, in Italia, nello stesso periodo è aumentata di circa il 20%. Per quanto riguarda i rifiuti in generale Francia, Romania, Polonia e Svezia, tra il 2004 e il 2008, hanno fatto registrare una diminuzione nella produzione, in Italia la produzione è restata stabile tra il 2006 e il 2008.

 

Per ridurre la quantità di rifiuti prodotti, in valore assoluto, si potrebbe pertanto fare di più, osserva la commissione. Il 25% del cibo acquistato dalle famiglie europee, ad esempio, finisce nella spazzatura. Si potrebbe evitare di gettar via circa il 60% di questi rifiuti, con un risparmio dell?ordine di 500 euro all’anno per famiglia. La Commissione rileva che in materia di rifiuti esistono enormi differenze tra uno Stato membro e l’altro. I tassi di riciclaggio variano da pochi punti percentuali ad un massimo del 70%. In alcuni paesi lo smaltimento in discarica è virtualmente scomparso, in altri più del 90% dei rifiuti viene ancora interrato, l’ incenerimento con recupero di energia varia da paese a paese, il maggior numero di impianti, ad esempio, si trova in Francia (130), Germania (67), Italia (51), Svezia (30).

 

Ciò sta ad indicare, dice la Commissione, che gli obiettivi minimi attuali dell?UE in materia di raccolta e riciclaggio possono essere notevolmente migliorati, tenendo anche conto che l’ industria dei riciclaggio dei rifiuti nel 2009 ha registrato un fatturato di 95 mld di euro, con 1,2-1,5 milioni di posti di lavoro. I rifiuti, ricorda l’ esecutivo Ue, sono ancora al centro del 20% circa di tutti i procedimenti d’infrazione in materia di diritto ambientale, come dimostrato dai recenti avvenimenti in Ungheria e in Italia.

Per i futuro la Commissione continuerà a controllare l’attuazione e l’applicazione delle norme sui rifiuti a livello nazionale, incluse le disposizioni della nuova direttiva quadro, e nel contempo cercherà di sviluppare, a monte, il sostegno agli Stati membri nel mettere a punto strategie e politiche adeguate per centrare gli obiettivi della direttiva: riciclare il 50% dei rifiuti urbani e il 70% dei rifiuti da costruzione entro il 2020. Nel 2012, infine, per consolidare le sue politiche in materia di rifiuti, essa formulerà nuove proposte.

La relazione e tutti i documenti si tovano all’ indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/waste/strategy.htm

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