Energia e clima: una nuova mappa della IEA

Il Ministero degli Affari Esteri ha promosso la presentazione pubblica dei nuovi rapporti IEA nel corso della Conferenza "Energia e Clima: sinergie al servizio della sostenibilità"

Il mondo si sta allontanando dall’obiettivo concordato dai governi di limitare l’aumento della temperatura media globale nel lungo termine entro i due gradi rispetto al periodo preindustriale, e nel maggio del 2013 la concentrazione di CO2 in atmosfera per la prima volta in centinaia di migliaia di anni ha superato le 400 parti per milione. Le attuali politiche sono inadeguate e, se non verranno modificate, entro questo secolo l’aumento della temperatura media globale sarà compreso tra i +3,6 e i +5,4 C°.  È quindi necessario intraprendere un’azione forte prima del 2020, data entro la quale entrerà in vigore un nuovo accordo internazionale sul clima, adottando nuove politiche energetiche globali fortemente orientate a obiettivi di de carbonizzazione.

In quest’ottica rientrano quattro politiche energetiche per l’obiettivo dei due gradi. Quattro politiche prioritarie a costo zero, la cui adozione diffusa non comprometterebbe la crescita economica in nessun paese o regione. È quanto emerso nel corso della conferenza “Energia e clima: sinergie al servizio della sostenibilità” che si è tenuta al ministero degli Esteri in collaborazione con l’Iea, l’International Energy Agency. Presenti il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, il direttore esecutivo della Iea, Maria van der Hoeven, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, e l’ex ministro Corrado Clini.

Le quattro politiche prioritarie  in questione sono: adottare misure specifiche per l’efficienza energetica (interventi su edifici, motori industriali e trasporti da cui deriverebbe il 49 per cento dei risparmi emissivi); limitare la costruzione e l’uso delle centrali di generazione a carbone meno efficienti (21 per cento); minimizzare le emissioni di metano durante la produzione di petrolio e gas naturale (18 per cento); infine accelerare la (parziale) eliminazione dei sussidi al consumo di fonti fossili (12 per cento). Naturalmente queste politiche andrebbero ad aggiungersi a quelle già previste dalla Iea, a cominciare dallo sviluppo delle fonti rinnovabili e nello scenario dell’agenzia dovrebbero soddisfare il 60% della nuova domanda di energia elettrica da qui al 2020 con un investimento complessivo di 2mila miliardi $che consentirebbe di ridurre drasticamente i costi della tecnologia nel post- 2020.

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