Al via gli Stati Generali della Green Economy

Prendono il via gli Stati Generali della Green Economy, una due giorni strategica per mettere a fuoco le politiche e le misure per sostenere lo sviluppo delle imprese della green economy e alle loro proposte per uscire dalla crisi italiana.

Proprio le imprese sono, infatti, protagoniste dell’evento, giunto alla sua terza edizione, che quest’anno ha come titolo “Lo Sviluppo delle Imprese della Green Economy per uscire dalla crisi italiana”.

Promossi dal Ministero dell’Ambiente e dal Consiglio Nazionale della Green Economy, formato da 67 organizzazioni di imprese green, con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, gli Stati Generali della Green Economy come ogni anno si svolgono a Rimini nell’ambito di Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente. Nel corso di questo “summit” dell’economia verde italiana, aperto dal Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, si svilupperà anche un confronto con esponenti dei diversi livelli istituzionali nazionali e internazionali.

“I numeri ci mostrano – ha detto il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Gallettiche le uniche aziende che hanno tenuto nella crisi economica, sono quelle della green economy. Sono cresciute, infatti, in fatturato e in occupazione“.

Per superare la crisi – ha dichiarato il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi le imprese della green economy devono operare in modo più incisivo per un cambio del contesto delle politiche economiche italiane ed europee. Puntando sull’alta qualità ambientale dei beni e dei servizi, le imprese della green economy potrebbero contribuire, in modo rilevante a riqualificare e rilanciare investimenti e occupazione, a far crescere la domanda interna e a migliorare le nostre esportazioni“.

L’industria verde, nonostante la crisi mondiale, negli anni ha continuato a crescere: il giro d’affari globale nel 2005, secondo l’Unido, era di 990 miliardi di euro in sei settori green (efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse idriche, mobilità sostenibile, energia, uso efficiente dei materiali, gestione dei rifiuti e riciclo), nel 2020 è stato stimato che sarà più che raddoppiato arrivando a circa 2.200 miliardi di euro. In Italia oggi (Flash Eurobarometer 381), il 25% delle aziende fino a 250 dipendenti offre prodotti e servizi eco e un altro 7% intende offrirli nei prossimi 3 anni (sono il 33% in Germania, il 31% nel Regno Unito, il 30% in Francia e il 34% negli Usa).

 

Prendendo, poi, alcuni settori della green economy è evidente come sia stretto il rapporto ecologia-economia. Uno studio della Fondazione Enel e del Politecnico di Milano ha stimato, con interventi di efficienza energetica, un potenziale di risparmi sui consumi finali fino a 25Mtep al 2020 (-72 Mt di emissioni di CO2 eq), un giro d’affari di 64 mld e 460.000 posti di lavoro.

In un altro settore, quello dei rifiuti, dal 2008 al 2012 le imprese sono cresciute del 12% e gli addetti del 19% (sono128.439). Arrivando al 70% di riciclo e con l’abbattimento del 5% dei rifiuti urbani avviati in discarica, si creerebbero in Italia ulteriori 30.000 posti di lavoro, si risparmierebbero 4 miliardi nei costi di gestione e si avrebbero benefici ambientali valutabili in 3 miliardi. E non basta, una gestione corretta porterebbe benefici al portafoglio dei cittadini. Passando, infatti, nelle città tra i 50.000 e i 150.000 abitanti, da una raccolta differenziata del 20-40% a una di oltre il 60%, la bolletta annua dei rifiuti si abbatterebbe del 31%.

Proprio per arricchire le proposte green, si svolgeranno 7 sessioni tematiche di approfondimento e consultazione su alcuni settori strategici della green economy:

 

agroalimentare di qualità ecologica nelle cinture verdi urbane:verso EXPO 2015;

ecoinnovazione e competitività delle imprese italiane;

capitale naturale: contabilità e responsabilità degli attori;

l’economia del ciclo dei rifiuti: dimensioni economiche, problematiche e proposte di sviluppo;

energia e clima: verso l’Accordo post-Kyoto-Parigi 2015;

gestione sostenibile della risorsa idrica: verso un Piano Nazionale;

dalla Carbon footprint all’Environmental footprint: stato dell’arte, indirizzi europei e prospettive future per le imprese italiane

 

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