Gruppo europeo di lavoro sulla mobilità sostenibile: la Fondazione “on board”

Il settore dei trasporti sta creando numerose preoccupazioni alla Commissione Eu che ha deciso di ridurre le emissioni di Co2 di almeno il 20% entro il 2020. Infatti, mentre tutti i settori hanno ridotto i gas serra nel periodo 1990-2005, le emissioni prodotte dai trasporti sono invece aumentate del 25%.

Gli stati membri e la Commissione devono quindi agire con urgenza: finora si è puntato principalmente sul versante tecnologico, confidando nel miglioramento delle performance ambientale di autoveicoli ed aerei e, con scarsi risultati, sulla strategia del modal shift. Ora l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha dimostrato nel rapporto “Beyond transport policy” (già disponibile sul sito della Fondazione), che è necessario agire anche sul versante della domanda di trasporto, riducendo a monte le cause che generano i movimenti di persone e merci non indispensabili, ovvero facilmente sostituibili con alternative più sostenibili.
In particolare la catena di produzione e distribuzione del cibo (“from farm to fork”) genera una quantità di trasporto che potrebbe essere notevolmente ridotta con l’incremento dei consumi locali e/o l’inclusione delle esternalità dei trasporti nei prezzi finali e, similmente, i viaggi aerei sulle brevi distanze potrebbero essere notevolmente ridotti a favore di video-meeting, teleconferenze, vacanze locali e utilizzo dei treni.
La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è stata invitata a far parte del gruppo di lavoro dell’Agenzia Europea che sta sviluppando le proposte normative da sottoporre alla Commissione EU. Del gruppo di lavoro fanno parte anche gli esperti dei principali istituti di ricerca europei, come l’Università di Oxford, e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia e dell’OCSE. La prima riunione si è tenuta a Copenaghen il 24 e 25 Marzo scorsi.

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