Riciclo: i materiali recupero pneumatici diventano materie prime

I materiali ottenuti dal recupero di pneumatici fuori uso (PFU) sono diventati materie prime.

E’ stato approvato infatti lo standard europeo del settore, la norma tecnica che fissa le caratteristiche tecniche e i parametri qualitativi del recupero. Ne dà notizia la Fise, la Federazione Imprese di Servizi, che sottolinea come il risultato raggiunto sia il frutto di un lavoro complesso ed impegnativo iniziato in una prima fase a livello europeo dall’associazione EtraEuropean Tyre Recycling Association– e successivamente dall’associazione italiana del comparto, il Consorzio Argo (Consorzio Italiano del Settore aderente a Fise Unire). Questo lavoro è stato anche l’occasione per un confronto costruttivo tra gli attori della filiera degli pneumatici interessati alla valorizzazione dei materiali ottenuti dal trattamento dei PFU. Il mercato ha così ora uno strumento in più per valutare la validità e le prestazioni di materie prime che trovano ampia applicazione nel settore edile, sportivo, stradale, ferroviario, arredo urbano, solo per citare alcuni dei settori di sbocco di questi materiali (vedi www.consorzioargo.it).

La lunga opera di elaborazione che ha portato al riconoscimento ha avuto inizio nel gennaio 1999, quando la Commissione europea ha convocato lo European Recycling Forum, formato da produttori e riciclatori, per discutere i problemi e ostacoli normativi esistenti all’interno dell’UE. Sul fronte pneumatici, la Commissione europea ha intanto approvato in via definitiva la proposta del testo modificata del regolamento sull’etichettatura degli pneumatici in relazione al consumo di carburante e altri parametri fondamentali.L’etichetta dovrà indicare l’efficienza in termini di consumo su una scala da A (la migliore) a G (la peggiore) e le informazioni sull’impatto acustico dello pneumatico con l’indicazione dei decibel.

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