Clima: a Siviglia Europa in difficoltà, Italia e Polonia frenano

Dopo Copenhagen in cui si è assistito ad una presenza europea appannata e sotto tono, arrivano ora, questa volta da Siviglia, altre difficoltà.

Nella città spagnola, dove si è tenuta la prima riunione dei ministri europei dell’ambiente del dopo-Copenhagen, non è stato raggiunto infatti un accordo tra i 27 stati dell’ Unione: Francia, Regno Unito, Germania e Spagna hanno ribadito che la riduzione dei gas serra dovrebbe essere  del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, mentre Italia e Polonia frenano per una riduzione del 20%. Resta quindi incertezza sulla  riduzione che sarà formalizzata entro il 31 gennaio dagli ambasciatori dei 27 Paesi europei.

E’ possibile che  Francia, Regno Unito, Germania e Spagna ed altri paesi virtuosi prendano la strada della riduzione del 30% convinti dell’impatto positivo per l’economia di una mutazione tecnologica più rapida, mentre altri, come l’Italia e la Polonia restino fermi ad una riduzione solo del 20%. Sarebbe bene invece trovare un accordo, un compromesso, partendo dalla ripartizione dell’impegno più avanzato (del 30%) con tutti i Paesi europei: con una ripartizione di obiettivi nazionali differenziata sulla base di parametri oggettivi. E’ importante che l’Italia non rompa l’unità Europea e operi per trovare un accordo.

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