Sentenza Consiglio di Stato mette a rischio il settore del mini-idro

A rischio il mini-idroelettrico italiano, un settore che attualmente conta 2.400 centrali in esercizio.

A lanciare l’allarme è Federpern, l’associazione dei produttori idroelettrici, dopo che il Consiglio di Stato ha rigettato gli appelli presentati dall’Autorità per l’Energia, dalla ditta Sagi, dall’Aper e dalla stessa Fedepern per la revisione dei prezzi minimi garantiti.

 

Con la sentenza N.85/2010, il Consiglio di Stato ha annullato infatti la delibera dell’Autorità per l’energia che fissava l’aumento dei prezzi minimi garantiti per l’energia prodotta da fonte idroelettrica di piccole dimensioni (meno di un megawatt), obbligando così i produttori a restituire al Gse una parte dei ricavi per la cessione di energia fatturati tra il primo gennaio 2008 e il 30 giugno 2009.

 

Federpern sottolinea che attende di conoscere il merito di tale decisione, dopo che verranno pubblicate le motivazioni della sentenza, in modo da concertare tutte le possibili azioni da intraprendere a sostegno del settore del mini-idro nazionale. Un settore per cui si prospettano gravi ed insostenibili difficoltà economiche in quanto i piccoli produttori Idroelettrici, in molti casi, osserva Federpern, potranno ritrovarsi con i bilanci in negativo per gli anni 2008 e 2009 ed in proiezione anche per il 2010.

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