Il 90% dell’olio lubrificante usato raccolto dal Coou in Italia è rigenerato in un modello di economia circolare
Il 90% dell'olio lubrificante usato raccolto in Italia nel sistema COOU è avviato al riciclo per rigenerazione, un primato in europa e un esempio virtuoso di economia circolare, che nel solo 2013 ha prodotto e riemmesso sul mercato oltre 105 mila tonnellate di basi lubrificanti rigenerate.
Questo quanto emerso nel corso dell’ evento “Difendiamo l’ambiente”, organizzato dal Coou, il Consorzio nazionale degli oli usati, in occasione del suo trentesimo anniversario, cui hanno partecipato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il presidente dell’Unione Petrolifera Alessandro Gilotti, il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni, il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi.
Il COOU, attivo dal 1984, coordina l’attività di 72 aziende private di raccolta e di 5 impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale; dell’ olio che raccoglie ne rigenera il 90%, un dato che non ha eguali in Europa.
L’olio lubrificante usato, che la legge definisce “rifiuto pericoloso” (bastano 4 kg di olio usato dispersi in mare per inquinare irrimediabilmente una superfice d’acqua grande come un campo da calcio), attraverso la rigenerazione può essere trasformato in una base lubrificante nuova che ha le stesse caratteristiche di quella di prima raffinazione. In 30 anni, attraverso la rigenerazione sono state prodotte 2,5 milioni di tonnellate di oli base e oggi l’olio rigenerato entra nelle formulazioni del 25% dell’olio lubrificante prodotto in Italia.
Questi dati che sono una anteprima dei risultati contenuti nel Green Economy Report dei tren’anni Coou realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che verrà presentato a Rimini, in occasione di Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente il 6 novembre prossimo.
Il presidente della Fondazione, Edo Ronchi, nel suo intervento si è soffermato sul futuro del settore, con l’indicazione che Coou, nel percorso di evoluzione che lo attende, continui a garantire la massima tutela ambientale relativamente alla gestione di un rifiuto pericoloso, come sono gli oli, pur nella tendenza di dare maggior ruolo agli operatori privati nell’ottica di sviluppo della green economy. “E’ necessario -ha detto- andare verso una metodologia certificata e condivisa, dal ministero o anche a livello europeo, per calcolare i reali quantitativi raccoglibili ogni anno che devono essere il vero target del settore“.
Il Presidente del Consorzio, Paolo Tomasi, ha ricordato che la filiera ha consentito all’Italia di raggiungere standard elevatissimi nella raccolta e nel riciclo di questo rifiuto pericoloso. “Un lavoro -ha sottolineato- che non è passato inosservato all’estero, se si pensa che il nostro know-how è stato esportato in Paesi come la Cina e gli Stati Uniti“.