Lo scenario è stato disegnato dalla Banca Mondiale che recentemente ha predisposto un documento, “Sustainable low-carbon city – development in China“, con lo scopo di fornire un quadro sintetico delle azioni già messe in campo o attuabili per promuovere uno sviluppo economico urbano low-carbon.

Il rapporto è stato utilizzato nella predisposizione del dodicesimo Piano Quinquennale per lo Sviluppo Sociale ed Economico della Cina, che già nel 2010 aveva coinvolto tredici tra province e città in un progetto pilota per sviluppare un modello urbano a basse emissioni di carbonio.

Il documento della Banca Mondiale presenta un approccio che, pur pensato per una realtà particolare come quella delle città cinesi, ha una valenza generale e tocca tutti gli elementi chiave di un piano d’azione urbano per la sostenibilità energetica:

l’efficienza negli edifici, le fonti rinnovabili e il teleriscaldamento, la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, la struttura urbana e la densità abitativa, la gestione dei cicli dell’acqua e dei rifiuti, fino agli strumenti di governance, ai target e agli indicatori.

Il documento riporta anche alcuni dati di interesse generale che consentono di inquadrare meglio il ruolo che avranno le città nella lotta al cambiamento climatico. Solo per citarne alcuni: le prime cinquanta città del mondo per dimensioni rappresentano insieme, paragonate agli stati nazionali, il terzo soggetto emettitore al mondo, dopo Cina e Stati Uniti; le emissioni procapite di molte città asiatiche e cinesi, nonostante standard di vita e servizi non paragonabili a quelli delle metropoli occidentali, sono simili, e spesso anche superiori, a quelle delle grandi città nord americane ed europee, come Londra, New York, Los Angeles e Toronto