Pubblicato il primo Catalogo nazionale dei sussidi ambientali

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Il Ministero dell’ambiente, attuando quanto previsto dalla legge per la Green Economy e l’Efficienza delle Risorse (L.221/2015), ha presentato il primo Catalogo dei sussidi ambientali in Italia, accompagnato da un esauriente resoconto sulle istanze internazionali e sui metodi adottati e sottoposto al pubblico confronto.

Si tratta di strumento conoscitivo, lungamente atteso, necessario al governo per comprendere meglio gli effetti, positivi o negativi, sull’ambiente dalla spesa pubblica e dal sistema fiscale.

Ormai da anni gli istituti della governance globale, dalle Nazioni Unite al Fondo monetario internazionale, e autorevoli political advisor, come l’OECD e IPCC, invocano la rimozione dei sussidi ambientalmente dannosi. C’è però un generale ritardo dell’azione dei governi, in parte dovuto alla complessità del problema e all’intreccio stretto tra politiche di segno opposto nell’erogazione dei sussidi, ma molto anche alla forte opposizione da parte degli interessi costituiti e alla difficoltà di rimuovere privilegi ormai annosi. Prima di tutto è però necessario sapere di cosa si parla: fino a poco tempo fa i dati non erano disponibili a nessun livello, poi sono comparsi alcuni dati induttivi globali (IMF, WB, WRI) e qualche dato nazionale.

Il Catalogo ora pubblicato consente di mettere finalmente a fuoco il problema nelle sue dimensioni reali. In un anno di lavoro intenso il Ministero dell’Ambiente ha potuto documentare i sussidi per spesa diretta (on budget) e quelli dovuti alle distorsioni e alle esenzioni fiscali (off budget). È stato possibile, così, quantificare i sussidi ambientalmente dannosi (SAD) e quelli favorevoli (SAF), nonché i sussidi ambientalmente neutri (SAN) e quelli di incerta classificazione. Nel complesso si tratta di oltre 41 miliardi di euro di sussidi, circa il 2,5% del PIL nazionale, di cui 9 Mld€ classificati come incerti o neutri, mentre i 32 Mld€ rimanenti si dividono circa a metà tra sussidi favorevoli (15,7 Mld€) e sussidi dannosi (16,6 Mld€). Si potrebbe dire che il sostegno economico dato ad attività ambientalmente favorevoli, principalmente tramite sussidi diretti e quindi visibili e per questo spesso criticati (basti pensare agli incentivi alle fonti rinnovabili), viene neutralizzato dal supporto economico ancora maggiore dato ad attività dannose per l’ambiente, principalmente sotto forma di agevolazioni fiscali meno evidenti dei sussidi diretti. La articolazione per settori sviluppata nel Catalogo, mette anche in luce, come era prevedibile, che i sussidi dannosi per l’ambiente, fuori dal campo delle agevolazioni dell’IVA, sono dovuti per il 90% al settore dell’energia.

Non sono, per ora, calcolate le esternalità negative (i sussidi impliciti), il cui importo è prevedibilmente molto superiore. Il Ministero si impegna ad aprire questo importante capitolo, il cui calcolo richiede l’impiego di complessi modelli matematici, già nel Catalogo dell’anno prossimo. La principale tra le esternalità, nella fase di attuazione degli impegni di Parigi, è il costo sociale del carbonio, per il quale sono in via di introduzione, su scala universale, strumenti come la carbon tax, da parte di numerosi governi e di un numero crescente di imprese che già oggi pongono a bilancio un costo per le emissioni di CO2.

Download “MATTM | Catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e dei sussidi ambientalmente dannosi - 2016” Pubblicato il: 7 Mar 2017

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