Clima: la Fondazione incontra parlamentari francesi

Incontro italo-francese sul clima in vista del Consiglio Europeo del 23 ottobre che deciderà sugli obiettivi al 2030.

Promosso dall’Ambasciata di Francia e coordinata dalla collega Caroll Gardet, l’8 ottobre si è svolto presso la Fondazione un incontro con i parlamentari francesi Jerome Lambert (PS) e Bernard Defesselles (UMP) in merito all’atteggiamento dei rispettivi paesi sulle decisioni che il prossimo 23 ottobre 2014 il Consiglio Europeo prenderà in materia di obiettivi europei al 2030 per la mitigazione delle emissioni serra.

I due esponenti politici preparano la relazione annuale sui cambiamenti climatici per il Parlamento Francese. Il loro incontro, il terzo ed ultimo in Italia, dopo quello con la Commissione Ambiente della Camera e con il Ministero dell’Ambiente, nella persona del DG per lo Sviluppo sostenibile, prof. Francesco la Camera, assume un particolare significato perché svolto a pochi giorni dal Summit climatico di Ban ki-moon a New York, e dalle grandi manifestazioni che l’hanno accompagnato in tutto il mondo, che ha visto intervenire tanto il Presidente Francois Hollande quanto il Presidente Matteo Renzi, e perché la Francia sarà il terminale della trattativa internazionale sul clima con la COP 21 di Parigi 2015.

Per la Fondazione Toni Federico e Andrea Barbabella hanno espresso la posizione, confermata dal Consiglio nazionale della Green Economy, favorevole all’assunzione di tre obiettivi separati e legalmente vincolanti per l’Europa al 2030 in materia di emissioni GHG, fonti rinnovabili e risparmio energetico ed hanno dichiarato troppo debole e inadeguato l’approccio della Commissione Europea, e insufficiente la riduzione del 40% delle emissioni al 2030.

I parlamentari transalpini hanno espresso preoccupazioni analoghe e hanno convenuto con la Fondazione che spetta all’Europa, pur titolare del solo 12% delle emissioni globali, esprimere la più alta leadership a livello mondiale sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Tutti hanno convenuto sul fatto che se Parigi 2015 fallirà l’obiettivo di dare l’imprimatur ad un accordo globale, legalmente vincolante per tutti i paesi, l’Europa perderà il suo ruolo storico, lasciando la partita climatica nelle mani di Cina e Stati Uniti, i maggiori emettitori GHG di questo secolo, con i loro interessi ed i loro accordi commerciali bilaterali.

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