Giornata Mondiale della Biodiversità – ripristino degli ecosistemi per un’economia nature-positive

In Italia la natura protetta copre una superficie pari al 21,4%, ancora lontana dal 30% previsto per il 2030 e l’89% degli habitat terrestri e delle acque interne, versano in uno stato inadeguato. Con questi dati si celebra oggi 22 maggio la Giornata Mondiale della Biodiversità, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza per il nostro pianeta della diversità biologica, minacciata dal cambiamento climatico, la deforestazione, la perdita di habitat, l’inquinamento.

La proposta di Regolamento sulla Nature Restoration, presentata dalla Commissione Europea nel giugno 2022 all’interno del cosiddetto Pacchetto Natura, con l’obiettivo di invertire la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi naturali degradati, è ancora in fase di discussione, e prossima all’approvazione. Il Pacchetto Natura si inquadra nel più generale framework del Green Deal Europeo, riprende gli indirizzi della Strategia per la Biodiversità al 2030 e Farm to Fork, e comprende anche il nuovo regolamento per l’uso sostenibile dei pesticidi. La Nature Restoration Law è stata accolta favorevolmente dal Consiglio Ambiente UE nel dicembre 2022. Tra gli obiettivi sfidanti della proposta ci sono l’aumento della percentuale di ripristino fino al 30% degli ecosistemi terrestri e marini, l’incremento della copertura arborea delle città fino al 6% nel 2040, il ripristino di 25mila chilometri di connettività fluviale senza barriere, il ripristino delle popolazioni di impollinatori, ma anche il ripristino di aree naturali all’interno delle aree agricole e forestali. L’Italia si è pronunciata favorevole all’attuazione di tale legge, dimostrando di condividere la necessità di un impegno concreto in favore della natura, e si impegna a sviluppare un Piano di Ripristino nei prossimi anni. Ma nonostante questo impegno istituzionale, le risorse che lo Stato italiano investe sulla tutela della biodiversità e del paesaggio, infatti, seppur in crescita, nel 2021 non hanno raggiunto nemmeno il 0,05% del PIL, secondo quanto emerso da un’elaborazione fatta dalla Fondazione su dati ISTAT e MEF

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi della Restoration Law è cruciale adottare un approccio nature positive, che vada oltre l’uso sostenibile delle risorse, la riduzione delle emissioni di gas serra e la gestione dei rifiuti, ma che miri alla rigenerazione della natura e all’aumento di biodiversità. L’obiettivo Nature-positive, sviluppato e proposto come obiettivo globale dal gruppo Global Goal for Nature e supportato dal Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (COP15), prevede infatti l’arresto e l’inversione della perdita di natura entro il 2030. Tale obiettivo su scala globale per essere raggiunto necessita l’implementazione di azioni concrete, anche a livello locale, da parte di tutti gli attori coinvolti, inclusi individui, governi e imprese.

Le stesse imprese, infatti, si mostrano sempre più sensibili  verso il ripristino degli ecosistemi e la protezione della biodiversità, e anche il mondo della finanza è oggi sempre più in linea con la protezione della natura. Le imprese sono  sempre più consapevoli delle conseguenze negative che una inadeguata gestione del capitale naturale può avere, dell’importanza degli ecosistemi come fornitori di servizi essenziali per la realizzazione dei processi economici, e che ripristinare gli ecosistemi e puntare sulla natura è un fattore di competitività. Le azioni di ripristino della natura infatti non hanno solo uno scopo di conservazione, ma sono particolarmente convenienti anche da un punto di vista economico. La Commissione europea stima che per ogni euro investito nel ripristino della natura il ritorno può variare da 8 a 38 euro, grazie ai servizi ecosistemici che questa produce.

La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è impegnata in un costante dialogo con le imprese del proprio network, sempre più sensibili al tema della biodiversità, che supporta attraverso la ricerca e il coinvolgimento attivo nella trasformazione verso modelli nature-positive. La Fondazione è inoltre partner di progetti finalizzati al monitoraggio ed alla protezione della biodiversità, come il progetto LIFE BEEadapt che ha come obiettivo principale quello di predisporre una strategia condivisa su larga scala geografica per l’adattamento degli impollinatori ai cambiamenti climatici.

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