Il forte impegno europeo per l’economia circolare

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Capita, non di rado, di criticare l’Unione Europea per ritardi e inadeguatezze. Nel caso dell’economia circolare, invece, a me pare che vi sia stato e sia un corso un notevole impegno. La parte più nota di questo impegno è quella contenuta nel pacchetto di nuove direttive in materia di rifiuti ed economia circolare approvato lo scorso anno e in fase di recepimento anche in Italia.

Meno noto è l‘Action Plan europeo per la circular economy varato nel dicembre del 2015. Leggendo il Report, pubblicato il 4 marzo scorso, della Commissione Europea sulle 54 azioni decise e avviate in attuazione di quel piano nei tre anni della sua prima attuazione , si ricava una netta impressione che l’Europa abbia imboccato con determinazione una vera e propria transizione verso un’economia circolare.

Il numero – 54 – delle azioni già decise e avviate è indicativo della vastità del cambiamento in atto a livello europeo. Queste azioni, in attività e settori rilevanti di questo cambiamento, hanno contribuito ad aumentare l’occupazione per circa 4 milioni di unità. L’economia circolare sta incrementando attività esistenti e promuovendone nuove: nei settori delle riparazioni, del riuso e del riciclo nel 2016 sono stati generati 147 miliardi di valore aggiunto e 17,5 miliardi di investimenti.

Molti progressi sono stati compiuti e molti sono ancora da fare perché in Europa le materie prime seconde provenienti dal riciclo dei rifiuti coprono ancora solo il 12% del consumo complessivo di materiali.

Scorrendo l’elenco delle azioni europee ci si rende conto anche di come sarà necessario sviluppare molto di più anche gli impegni nazionali. Le prime 9 azioni riguardano la progettazione di processi produttivi , di beni e di servizi puntando a minimizzare il consumo di materiali e di energia, a prolungare la durata, a favorire il riutilizzo e quindi la riparabilità e quindi la riciclabilità a fine vita.

Le 7 azioni del secondo gruppo puntano ad avere un ruolo attivo dei cittadini nel cambiamento dei consumi mettendo a disposizione informazioni sulla durata e la riparabilità dei prodotti, promuovendo azioni contro l’obsolescenza programmata dei prodotti e promuovendo il mercato circolare di beni e servizi (sharing, leasing etc).

Le 6 azioni del terzo gruppo riguardano la trasformazione dei rifiuti in risorse con nuovi e più avanzati target di riciclo, rafforzando le raccolte differenziate, estendendo la responsabilità dei produttori al riciclo dei loro prodotti a fine vita e rafforzando la prevenzione e la gestione dei rifiuti.

Le 7 azioni per sviluppare i mercati delle materie prime seconde puntano a ridurre le barriere di entrata a volte legate a pregiudizi sull’impiego di materiali che provengono dai rifiuti, a estendere e semplificare la normativa sulla cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) dopo adeguato trattamento e a migliorare l’applicazione degli acquisti pubblici green (GPP).

Vi sono poi azioni relative ad alcuni settori chiave. 2 che riguardano le plastiche, per migliorare la loro riciclabilità, ridurre quelle monouso, limitare le microplastiche e promuovere quelle biodegradabili e compostabili. 4 che riguardano gli scarti alimentari per facilitare la loro donazione e per prevenire gli sprechi. 4 riguardano le materie critiche per recuperarle; 3 le misure per aumentare il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione. 3 riguardano i biomateriali, per lo sviluppo della bioeconomia, settore dell’economia circolare, la regolazione dell’uso di tali materiali non in conflitto con la produzione alimentare ed anche quella del loro impiego come fonte rinnovabile di energia.

Ben 8 sono le misure che riguardano l’innovazione e gli investimenti che coinvolgono in particolare il programma Horizon 2020, i fondi per le politiche di coesione, il Fondo per gli investimenti strategici e gli investimenti del programma LIFE. L’ultima azione riguarda il monitoraggio, con un apposito set di indicatori, della circular economy a livello europeo.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 08/03/2019
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