In ricordo di Jean Paul Fitoussi

In ricordo di Jean Paul Fitoussi

“La sostenibilità del benessere si attua se ogni generazione dà a quella successiva un capitale almeno uguale a quello di cui ha goduto, un capitale in senso lato che è composto di quattro elementi: il capitale umano, il capitale economico, il capitale sociale e il capitale naturale”.

Jean Paul Fitoussi, l’economista francese critico della rigidità nelle politiche di bilancio e del Pil come indice per misurare il benessere di un Paese che si è spento nei giorni scorsi, può essere ricordato con queste parole pronunciate in occasione del nostro meeting di primavera nel 2018, in occasione dei 10 anni della Fondazione.

Keynesiano, attento osservatore dell’attualità economica, politica e sociale, docente all’istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po), fondatore e a lungo direttore dell’Osservatorio francese delle congiunture economiche, aveva diretto con i Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen la Commissione per le performance economiche e il progresso sociale, che nel settembre 2009 aveva proposto nuovi indicatori più adatti del Pil per determinare il livello di benessere delle popolazioni.

Il Pil – affermava in un’intervista – sarebbe una misura economica utile se riuscisse almeno a rendere l’idea della distribuzione della ricchezza di una nazione. Però il Pil può avere segno positivo anche quando l’80% della ricchezza va all’1% della popolazione: ma quella non è una nazione ricca, perché un’economia può essere definita in espansione solo quando l’aumento del benessere è distribuito tra la maggioranza della popolazione“.

Fitoussi conosceva e amava l’Italia e parlava un corretto italiano. Del periodo trascorso a Firenze, all’Istituto di Studi Europei di Fiesole, diceva che era stato “uno dei più belli della sua vita”, era anche docente alla Luiss di Roma.

Facebooktwitterlinkedinmail