La Strategia per la biodiversità 2030 per salvaguardare le Aree Protette UE

Ad oggi solo il 7,6% delle aree protette dell’ Unione Europea è stato valutato sull’efficacia della gestione.  Eppure la biodiversità, ossia l’incredibile varietà di ecosistemi, specie e geni, non è solamente una ricchezza in quanto tale, ma fornisce alla società un gran numero di servizi ecosistemici dai quali dipendiamo, come il rifornimento di cibo e di acqua dolce, la protezione dalle inondazioni, il riscaldamento durante l’inverno, l’impollinazione e così via.

Tuttavia, mai come in questi ultimi anni sia la biodiversità che il capitale naturale di cui fa parte stanno attraversando una fase critica. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha da poco pubblicato un briefing sulla gestione delle aree protette, evidenziando le criticità fino ad ora emerse e le necessità di miglioramento nella gestione del capitale naturale europeo.

Il Briefing, intitolato “Efficacia della gestione nella rete Natura 2000 e nelle aree protette dell’UE” ha messo in luce come, nonostante l’impegno assunto dagli stessi di valutare la gestione del 60% delle aree protette UE entro il 2015, gli Stati Membri dell’UE abbiano finora riferito sull’efficacia della gestione di meno dell’8% dei siti Natura 2000 protetti, e dal database globale sull’efficacia della gestione delle aree protette (GD-PAME) risulta che solo il 7,6% delle aree protette nell’UE sono state valutate.

Questi dati sono il risultato di una forte eterogeneità nei procedimenti di valutazione della gestione dei siti protetti, all’interno dei quali mancano misure di gestione standardizzate, risultano lacune nei dati di conservazione sugli habitat e sulle specie presenti nelle aree protette e traspare una scarsa pianificazione finanziaria e una debole partecipazione pubblica.

L’AEA afferma quindi che una migliore e più completa attuazione e applicazione delle Direttive Uccelli e Habitat dell’UE sarebbe molto probabilmente in grado di migliorare sostanzialmente l’efficacia della gestione delle aree protette dell’UE, assieme allo sviluppo di capacità più mirate, una migliore guida da parte dell’UE sull’efficacia della gestione e all’aumento nell’uso dei finanziamenti europei a disposizione. L’impegno della strategia dell’UE per la biodiversità a gestire efficacemente tutte le aree protette entro il 2030 offre lo slancio per raccogliere questa sfida.

Infatti, la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, pubblicata a maggio 2020, prevede uno specifico impegno a gestire efficacemente tutte le aree protette, definendo obiettivi chiari e misure di conservazione e di monitoraggio appropriato.

Obiettivo della Strategia è infatti quello di ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini degradati in tutta Europa, sbloccare all’incirca 20 miliardi di euro all’anno per la biodiversità e fare dell’UE un leader mondiale nell’impegno ad affrontare la crisi mondiale sulla biodiversità.

La Strategia sulla biodiversità 2030 prevede inoltre di creare zone protette per almeno il 30% della superficie terrestre ed il 30% dei mari in Europa, con obiettivi giuridicamente vincolanti di ripristino della natura nel 2021 che prevedono una protezione più rigorosa delle foreste dell’UE.

In futuro si prevede che le esigenze legate alla biodiversità potrebbero generare fino a 500 000 posti di lavoro, oltre agli oltre 170 000 posti di lavoro diretti e indiretti già sostenuti dalla rete Natura 2000, con ampio coinvolgimento delle comunità locali.

Come ha spiegato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rendere la natura di nuovo sana è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale ed è un alleato nella lotta ai cambiamenti climatici e all’ insorgere di malattie. È al centro della nostra strategia di crescita, il Green Deal europeo, e fa parte di una ripresa europea che restituisce al pianeta più di quanto ne toglie

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