L’Italia eccelle in Europa sull’economia circolare

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Com’è la situazione dell’Italia nell’economia circolare? E come risulta dal confronto con le altre principali economie europee? Una risposta aggiornata a questi interrogativi è proposta dal “Rapporto sull’economia circolare in Italia – 2019” realizzato dal Circular economy network e dall’Enea, presentato il 1 marzo a Roma.

Gli indicatori scelti in questo Rapporto per monitorare lo stato dell’economia circolare in Italia, sono quelli relativi alle attività previste dal Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare del 2015 – produzione, consumo, gestione dei rifiuti e mercato delle materie prime seconde – nonché quelli relativi agli investimenti e all’occupazione in alcuni settori di particolare rilievo per un’economia circolare (riciclo, riparazione e riutilizzo).

Il Rapporto presenta anche un indicatore di sintesi che riassume i set di indicatori per le citate attività e che consente di confrontare le performance di circolarità delle 5 principali economie europee: l’Italia risulta al primo posto della graduatoria, seguita dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Francia e dalla Spagna.

Questo primato è il risultato della somma dei punteggi raggiunti nelle diverse attività. Nella circolarità della produzione l’Italia ha un ottimo punteggio, in particolare per il valore economico generato per unità di materia prima consumata (3 euro per ogni Kg, contro una media europea di 2,24) e per quello generato per unità di energia (10,2 euro per ogni kg di petrolio equivalente consumato, a fronte di una media europea di 8,5).

Gli indicatori di circolarità dei consumi abbassano invece il punteggio dell’Italia , in particolare a causa del basso livello di affitto e di leasing di apparecchiature per ufficio (fatturato di 1,2 MLD in Italia rispetto ai 3,1 della Francia e ai 2,3 della Germania), per il basso livello dei tessuti usati reinseriti nel mercato (11% in Italia, 75% in Germania e 36% in Francia) e del valore della produzione delle imprese di riparazione (1,8 MLD in Italia, 4,8 in Francia e 2,6 in Germania).

Nella circolarità della gestione dei rifiuti l’Italia torna a primeggiare insieme alla Germania, grazie all’elevato livello della percentuale dei rifiuti – complessivi ,urbani e speciali- riciclati (il 67% ,8% in più del secondo in classifica, il Regno Unito). Buona in Italia è anche la quota di impiego di materiali riciclati rispetto al totale delle materie prime utilizzate: il 17,1 %, alla pari col Regno Unito, inferiore, fra le grandi economie, solo a quello della Francia (19,5%).

Gli investimenti in alcune attività di particolare rilievo per l’economia circolare – riciclo, riparazione e riutilizzo – in Italia sono pari a circa 2,2 MLD, in Francia 2,5 e in Germania 2,8. Gli occupati in queste attività sono un po’ più numerosi in Germania (641 mila), ma sono un numero importante anche in Italia (501 mila), superiore a quelli del Regno Unito (497 mila) e della Francia (420 mila).

Il Rapporto individua per i vari indicatori anche i trend che in Italia risultano piuttosto stabili, non indicano una tendenza verso nuovi miglioramenti, tranne nella gestione dei rifiuti, dove invece i miglioramenti continuano. L’Italia ha quindi un buon posizionamento nell’economia circolare europea, ma tende un po’ a sedersi.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 01/03/2019
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