Presentato il Rapporto Ispra 2020 sui rifiuti urbani. Il 21% ancora in discarica 

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da Circular Economy Network

Diminuiscono i rifiuti urbani prodotti, cresce la raccolta differenziata e il tasso di riciclo. Ha parecchie luci, ma anche alcune ombre, la fotografia scattata dal Rapporto Ispra sui rifiuti urbani.

L’edizione 2020 fornisce i dati, aggiornati all’anno 2019, su produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale.

Un primo dato incoraggiante è quello relativo alla quantità di rifiuti prodotti nel 2019 in Italia: 30,1 milioni di tonnellate, in decremento dello 0,3% (80.000 tonnellate in meno) rispetto all’anno precedente. Un calo che – seppur leggero – conferma la stabilizzazione della curva di produzione dei rifiuti (primo obiettivo dell’economia circolare) e acquista maggior significato se messo in relazione con l’incremento invece registrato nello stesso anno del Pil (+0,3%) .

Altra buona notizia che emerge dal Rapporto Ispra è che la raccolta differenziata segna un incremento del 3,1%  rispetto al 2018, raggiungendo così  il 61,3% della produzione nazionale di rifiuti urbani. Una percentuale decisamente vicina all’obiettivo del 65% già raggiunto peraltro da 8 Regioni e dal 60% dei Comuni. Positiva anche la performance delle Regioni del sud Italia che hanno recuperato parte del ritardo raggiungendo una media del 50% .

Gli italiani complessivamente risultano particolarmente attenti nella raccolta dell’organico (39,5% del totale). A seguire carta e cartone (19,1%), vetro (12,3%) e plastica (8,3%) frazione che ha messo a segno un aumento del 12,2% della quantità raccolta.

Scende del 3,3% il conferimento in discarica, opzione che riguarda ancora  il 21% dei rifiuti urbani, cioè quasi 6,3 milioni di tonnellate.  In questo caso la strada da fare è ancora lunga visto che l’obiettivo europeo da raggiungere entro il 2035 è fissato al 10%. Sono invece più di 5,5 milioni di tonnellate i rifiuti avviati al recupero energetico, pari al 18% dei rifiuti urbani, +1,4% rispetto al 2018.

Nel 2019, il 50% dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata è stato inviato a impianti di recupero della materia. Il riciclaggio totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, si attesta al 53,3% e riguarda le seguenti frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

Le noti dolenti vengono dagli impianti di gestione e trattamento. Nel 2019 sono stati operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani (355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud). Di questi 345 sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 130
sono impianti per il trattamento meccanico o meccanico biologico dei rifiuti, 131 sono impianti di discarica a cui si aggiungono 37 impianti di incenerimento e 15 impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani. Purtroppo il numero degli impianti di trattamento non è risultato adeguato alle quantità raccolte. Questa discrepanza ha determinato l’aumento dell’esportazione dei rifiuti urbani (+10%)  per una percentuale complessiva pari al 2%.

 

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