Stop alla vendita di auto benzina-diesel-gpl-metano dal 2035

Stop auto 2035

Fra tredici anni il mercato europeo dell’auto sarà molto diverso da oggi. La proposta della Commissione europea di rendere obbligatorio lo stop delle auto a combustione interna dal 2035 è stata accolta dall’Europarlamento. Il provvedimento approvato prevede anche una revisione del target al 2030, entrato in vigore solo tre anni fa. Le emissioni allo scappamento dei veicoli immatricolati nell’Ue infatti dovrà ridursi del 55% rispetto ai livelli del 2021 mentre quelle dei veicoli commerciali leggeri dovranno essere ridotte del 50%. Il testo finale è stato approvato con 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astensioni. All’interno della proposta è passato l’emendamento, ribattezzato ‘salva-Ferrari’, che permetterà ai produttori di poche auto, normalmente i marchi di lusso, di beneficiare di deroghe sui tagli delle emissioni di CO2 fino al 2036.

Fissare un limite all’immatricolazione dei veicoli a benzina e diesel era già stata in Italia una delle proposte agli Stati Generali della Green Economy del 2016. Il voto europeo è stato accolto con favore dalle associazioni ambientaliste e anche, vista la proporzione dei voti favorevoli, da molte delle forze politiche presenti nell’Europarlamento. Acea, l’associazione europea del settore Automotive ha “preso nota” della decisione dell’europarlamento, ricordando che il ban definitivo delle auto a benzina e diesel al 2035 rappresenta una sfida epocale e di grande complessità per il settore automobilistico europeo. Le case automobilistiche, per esempio, chiedono con insistenza e da molti anni un maggiore impegno degli Stati sulla creazione di una rete di ricarica complementare all’utilizzo di un numero sempre crescente di veicoli elettrici o fuel cell.

Rimangono ora aperti due fronti importanti della transizione green dell’automotive, e cioè come garantire che la filiera italiana possa sfruttare positivamente questo cambio di scenario, attraverso importanti investimenti nella manifattura dell’auto elettrica, nelle batterie, nell’idrogeno, senza perdere posti di lavoro e fatturato, e invece crescendo e sviluppando innovazione; e come tenere ben salda la rotta sull’obiettivo della diminuzione del numero di autoveicoli private (“Lesscars”), visto che le città italiane sono le più congestionate e le meno vivibili d’Europa. Elettrificare tutto il parco auto in pochi anni, senza ridurre contemporaneamente il tasso di motorizzazione privato e aumentare la quota modale del trasporto condiviso, non basterebbe a definire la mobilità come “sostenibile”.

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