Fisco verde fa bene a economia e ambiente,studio Commissione Ue

Spostare la pressione fiscale dal lavoro verso il consumo di risorse e l'inquinamento fa bene all'ambiente, ma anche all'economia dei paesi dell' Unione.

Questo quanto emerge da uno studio pubblicato oggi dalla Commissione europea come contributo per rendere più “verde” il semestre europeo. “Una riforma del fisco in chiave ambientale –ha detto il Commissario all’ Ambiente Janez Potocnik- ha la potenzialità di quasi far raddoppiare le entrate che arrivano nelle casse di ciascun Paese, con benefici sull’ ambiente e con l’ obiettivo di ridurre le tasse sul lavoro e ripianare i deficit”.

Lo studio sul fisco verde ha interessato 12 Paesi dell’Unione Europea(Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Croazia, Ungheria, Italia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia) e ha sottolineato che spostando la pressione fiscale dal lavoro all’ inquinamento si otterrebbe, nei 12 paesi, un gettito al 2016 di 35 miliardi di euro che potrebbero arrivare a 101 nel 2025 se si abolissere tutti i sussidi dannosi per l’ ambiente.

 

Dallo studio emerge anche che in Italia la pressione fiscale verde nel 2012 è stata la seconda più alta tra i 12 paesi (prima la Croazia) con il 3,02% sul Pil, concentrata soprattutto sui prodotti petroliferi e l’energia.

Mentre per quanto riguarda il consumo di risorse è tra la più bassa tra i 12 paesi con solo lo 0,03%. Secondo lo studio, in Italia c’è ancora spazio per tasse ambientali che potrebbero portare un gettito aggiuntivo di 10 miliardi di euro nel 2016 e di 26 miliardi nel 2025 (0,64% e 1,4% sul PIL). Atro gettito, pari a 8,7 miliardi di euro, potrebbe arrivare dall’ eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente. Lo studio della Commissione, oltre a presentare la situazione fiscale di ciascun paese, offre anche suggerimenti su come procedere per arrivare ad un fisco più verde nei prossimi anni.

La Commissione ha presentato anche un altro studio che invita gli stati ad investire soprattutto in infrastrutture verdi per arginare il rischio alluvioni che è costato all’ Ue tra il 2002 e il 2013 ben 150 miiliardi di euro.

 

 

Facebooktwitterlinkedinmail