
Non solo PIL, nel DEF entra il BES. Sembra un gioco di parole. Ma dietro le sigle c’è una novità importante. Con il Documento di economia e finanza (DEF) 2017 varato dal Consiglio dei Ministri, l’Italia è il primo paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica, oltre al Prodotto interno lordo (PIL), anche indicatori di benessere equo e sostenibile (BES).
Per la prima volta, seppur ancora in via sperimentale e parziale, il DEF contiene dati, valutazioni e scenari sulla evoluzione di indicatori relativi alla qualità della vita e all’ambiente: il reddito medio disponibile, l’ indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro, le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti.
Il presupposto è che il benessere sociale è connesso al prodotto interno lordo, ma non coincide con esso, né può essere misurato con un unico indicatore, meramente quantitativo, della ricchezza nazionale. La qualità ambientale e la sostenibilità dello sviluppo, l’equità sociale, la qualità del lavoro, la salute e il livello di istruzione della popolazione concorrono in maniera decisiva al benessere di una società. Come auspicato dalla cultura ambientalista, ma anche da economisti e studiosi (una tappa fondamentale è stata la Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi nel 2009) e da diverse organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, OCSE, Commissione europea), è tempo che la politica economica superi un approccio basato esclusivamente sul PIL e consideri come essenziali la dimensione sociale e quella ambientale.
Con questo obiettivo nel 2016 il Parlamento aveva approvato a larga maggioranza l’inserimento degli indicatori di benessere equo e sostenibile nella programmazione economica. La legge 163 del 2016 impegna il Governo a monitorare l’evoluzione di diverse dimensioni del benessere equo e sostenibile nell’ultimo triennio e a prevederne la dinamica per il triennio futuro (sia a politiche invariate che alla luce delle scelte programmatiche). In attesa della individuazione definitiva di un set di indicatori ancora più dettagliato e completo, il Governo ha deciso di anticipare in via sperimentale già dal DEF 2017 l’inserimento di un primo gruppo di quattro indicatori. E con l’obiettivo di dare maggiore visibilità al BES, anziché trattarlo soltanto in un allegato, come previsto dalla legge, è stato inserito anche nel Documento di economia e finanza.
Insomma, si comincia a andare “oltre il PIL”. Sono solo i primi passi di un work in progress. C’è da augurarsi che in questa direzione si cammini con determinazione e coerenza. Allargando, già dal prossimo anno, il gruppo di indicatori del benessere equo e sostenibile nella attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche. Ma soprattutto facendo in modo che le politiche economiche e finanziarie assumano sempre più la sostenibilità ambientale e l’equità sociale come obiettivi essenziali. E puntando in maniera ancora più incisiva, per quanto riguarda la dimensione ambientale, al disaccoppiamento tra PIL e emissioni di gas climalteranti con una progressiva decarbonizzazione dell’economia.
Ministero dell’economia e delle finanze | DEF 2017



