Dopo la Climate Law serve una robusta iniezione di investimenti green

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

La Commissione europea ha proposto una nuova regolazione – con l’European Climate Law –, che dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio, per stabilire un quadro di riferimento per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Rendere normativamente vincolante per l’Unione Europea la neutralità carbonica al 2050 comporta alcune conseguenze rilevanti. La riduzione delle emissioni di gas serra dal 1990 al 2018 in Europa è stata pari al 23%. Con le misure  già definite, si stima che si arriverebbe al 2050 ad una riduzione di circa il 60% delle emissioni di gas serra, rispetto al 1990.

Arrivare alla neutralità carbonica significa ridurre le emissioni europee del 90/95%, quindi aumentare in modo significativo le misure già previste per arrivare, nei prossimi 30 anni, quasi a triplicare le riduzioni delle emissioni di gas serra che abbiamo realizzato nei 30 anni passati.

Un obiettivo vincolante per i Paesi europei di questa portata richiede una grande mole di investimenti in vari settori strategici per poter per aumentare il taglio delle emissioni già al 2030, portandolo dal target precedente del 40%, al 50/55%.

La Climate Law prevede che la Commissione istruisca, studi e verifichi, entro settembre, le proposte che potrebbero servire per arrivare a un taglio del 50/55% delle emissioni al 2030: proposte che non coinvolgono solo l’energia, ma, nel quadro del Green Deal, anche i trasporti, l’economia circolare, la manifattura e l’agricoltura, nonché gli strumenti finanziari e fiscali di supporto.

La Climate Law indica, poi, il termine del 30 giugno del 2021 per arrivare a definire tutte le misure e le proposte legislative necessarie per raggiungere il nuovo target di riduzione delle emissioni al 2030 e per seguire la traiettoria della neutralità carbonica al 2050.

È previsto, inoltre, un rafforzamento delle misure per migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, implementando le strategie di adattamento e i piani attuativi sulla base di robuste linee di intervento per ridurre la vulnerabilità dei Paesi europei.

Con l’approvazione della Climate Law, l’Unione Europea si presenterebbe alla COP 26 che si terrà a Glasgow il prossimo novembre, con un impegno definito verso la neutralità carbonica al 2050 e con un iter avviato per aumentare significativamente il taglio delle proprie emissioni al 2030: iter che, a prescindere dagli esiti della COP 26, si dovrebbe concludere nel giugno del 2021, con il varo di nuove misure e nuove iniziative legislative.

Un programma complesso e completo di misure che coinvolgono vari settori, richiede tempi non brevi. Ma nulla vieta di anticipare finanziamenti nelle direzioni già chiare e ben definite. La Climate Law procede sulla strada del Green Deal, per fare dell’economia europea l’economia competitiva del futuro: green, circolare e decarbonizzata.

Il Green Deal dovrebbe essere accompagnato da un grande Piano di investimenti. La Commissione ha annunciato  un Piano da 1000 miliardi. Ma con quali tempi?

Sarebbe bene, anche per contrastare le dinamiche recessive innescate dall’epidemia da coronavirus, sostenere la svolta della decarbonizzazione della Climate Law con una robusta iniezione di investimenti green da avviare subito, con la massima urgenza. Se non ora, quando?


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 06/03/2020
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