Nel 2018 l’Italia si conferma allineata al target stabilito dall’Ue sulle rinnovabili per il 2020 con il 17,8% dei consumi energetici finali su un obiettivo nazionale del 17%, arretra però rispetto al 2017 quando le rinnovabili erano al 18,3%. Nell’Unione Europea la quota di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto il 18,0%, in aumento dal 17,5% del 2017, ma ancora distante rispetto al target del 20% nel 2020.

Queste cifre sono pubblicate da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea nel, rapporto “Renewable energy in the EU in 2018”.

L’ Italia è l’unica grande economia Ue ad aver superato il target del 2020. Germania, Francia e Spagna sono indietro, soprattutto la Francia che è restata a quota 16,6% rispetto al target del 23%. Sono dodici i paesi Ue che hanno raggiunto o superato i target, Svezia e Finlandia sono in testa con rispettivamente il 54,6% e il 41,2%, seguite da Lettonia (40,3%), Danimarca (36,1%) e Austria (33,4%). In fondo alla classifica ci sono i Paesi Bassi con solo il 7,4% e lontanissimi dall’obiettivo del 14% del 2020.  Gli obiettivi al 2020 sono molto diversi fra gli Stati, vanno infatti, dal 49% della Svezia al 13% di Cipro o della Cechia, fino al 10% di Malta, passando per il 17% dell’Italia. Dal 2004 al 2018 l’Ue nel suo complesso ha aumentato l’incidenza delle rinnovabili dall’8,5 al 18%.

Nel 2018, la quota di energie rinnovabili nel consumo finale lordo è aumentata rispetto al 2017 in 21 dei 28 Stati dell’Ue (compreso il Regno Unito), è rimasta stabile in uno Stato membro ed è calata in altri 6, oltre all’ Italia e scesa in Spagna, Portogallo, Lituania, Romania e Ungheria. .

Le fonti di energie rinnovabili delle quali tiene conto il report sono: l’energia solare termica e fotovoltaica, le energie idrauliche, l’eolico, la geotermia, le biomasse sotto tutte le forme, compresi i rifiuti biologici e i biocarburanti liquidi, e le pompe di calore.