Export rifiuti: norme più severe da Europarlamento, Relazione Envi

Export rifiuti

Facilitare la spedizione di rifiuti da riutilizzare e riciclare nell’UE; gestire i rifiuti spediti al di fuori dell’UE in modo rispettoso dell’ambiente; escludere le esportazioni di rifiuti di plastica verso paesi non OCSE ed eliminarle gradualmente verso paesi OCSE entro 4 anni; rafforzare la lotta all’export illegale di rifiuti.

La commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento Europeo ha approvato nei giorni scorsi una relazione sulla Riforma delle procedure e delle misure di controllo dell’UE sulle spedizioni di rifiuti (presentata un anno fa) che dovrebbe essere adottata a gennaio in seduta plenaria, andando così a costituire la posizione negoziale dell’Europarlamento nella negoziazione con gli Stati membri.

Nel 2020 l’UE ha esportato verso paesi terzi circa 32,7 milioni di tonnellate di rifiuti, con un aumento del 75% dal 2004, per un valore di 13 miliardi. L’UE nello stesso tempo ne ha importate circa 16 milioni di tonnellate, per un valore di 13,5 miliardi. Inoltre, circa 67 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno vengono spediti tra gli Stati membri. Tutte spedizioni queste che possono mettere a rischio salute e ambiente, soprattutto se non adeguatamente controllate.

Gli eurodeputati sostengono la proposta della Commissione di vietare esplicitamente le spedizioni all’interno dell’UE di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento, salvo se autorizzati in casi limitati e ben giustificati. Secondo il testo adottato, la Commissione svilupperebbe criteri uniformi per la classificazione dei rifiuti al fine di garantire che le norme non vengano eluse distinguendo chiaramente, ad esempio, tra beni usati e rifiuti. Le nuove regole includerebbero la digitalizzazione dello scambio di informazioni e documenti all’interno del mercato interno.  Gli eurodeputati concordano sul fatto che l’export di rifiuti pericolosi dall’Ue verso i paesi non OCSE dovrebbe essere vietato e le esportazioni dell’UE di rifiuti non pericolosi destinati al recupero sarebbero consentite solo a quei paesi non OCSE che danno il loro consenso e dimostrano la loro capacità di trattare tali rifiuti in modo sostenibile.

La Commissione redigerà un elenco di tali paesi beneficiari, da aggiornare almeno ogni anno. La Commissione monitorerebbe inoltre più da vicino le esportazioni di rifiuti verso i paesi dell’OCSE per garantire che gestiscano i rifiuti in modo rispettoso dell’ambiente, come richiesto dalle norme, e che non incidano negativamente sulla gestione dei rifiuti domestici in tale paese.

Per rafforzare la prevenzione e l’individuazione delle spedizioni illegali i deputati chiedono la creazione di un meccanismo UE di targeting basato sul rischio per guidare i paesi dell’UE che effettuano ispezioni per prevenire e rilevare spedizioni illegali di rifiuti.

Un approccio equilibrato sulle spedizioni di rifiuti, come ha dichiarato la relatrice, Pernille Weiss (Ppe), “garantisce la salvaguardia per la salute umana e ambientale, fornendo al contempo il quadro necessario affinché l’industria possa realizzare le nostre ambizioni. Spero che in questo modo l’UE possa diventare un leader mondiale in un uso innovativo e sostenibile dei rifiuti”.

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