Nel breve termine inflazione e aumento del costo della vita, nel lungo periodo, i prossimi 10 anni, il fallimento nella lotta ai cambiamenti climatici e il collasso degli ecosistemi. Sono queste le principali minacce individuate dal World Economic Forum’s Global Risks Report 2023.
Il Rapporto del World Economic Forum, giunto alle 18° edizione, anticipa come di consueto il Forum di Davos che si svolgerà dal 16 al 20 gennaio ed è basato su un sondaggio condotto tra 1.200 esperti e decision-maker dei vari settori dell’economia globale sulla percezione dei rischi a livello internazionale, prendendo in considerazione 5 categorie di rischi: economici, ambientali, geopolitici, sosciali e tecnologici.
Gli anni 2020, scrive il Rapporto, sono iniziati in modo dirompente, dal COVID-19 alla guerra e hanno inaugurato una “nuova serie di crisi alimentari ed energetiche, problemi che decenni di progressi avevano cercato di risolvere“. Il 2023 presenta quindi una serie di rischi familiari ma anche nuovi. In particolare, il ritorno di rischi come l’inflazione, il costo della vita e gli scontri geopolitici non sono storicamente una novità, ma lo sono per l’attuale generazione di politici e leader, rischi che possono essere amplificati da nuove emergenze come indebitamento, bassa crescita, de-globalizzazione, un declino umano dopo decenni di progresso e la crescente pressione del cambiamento climatico in una finestra sempre più ridotta per la transizione verso un mondo a 1,5°C. Tutti questi fattori, insieme, stanno convergendo per formare un unico, decennio incerto e turbolento a venire.
Quindi, quali sono i maggiori rischi che il mondo sta affrontando? Il sondaggio identifica la crisi del costo della vita come la minaccia più grave che si dovrà affrontare nei prossimi due anni, seguita a ruota dai disastri naturali e gli eventi meteorologici estremi (nel rapporto dello scorso anno erano al primo posto) e dallo scontro geoeconomico. In una visione più a lungo termine, di 10 anni, i primi quattro rischi sono tutti di carattere ambientale e il rischio di non riuscire ad affrontare il cambiamento climatico emergere come il più grande insieme di rischi (ai primi due posti c’è infatti il fallimento nella mitigazione del cambiamento climatico e il fallimento delle politiche di adattamento), seguiti dalla perdita di biodiversità e dal collasso degli ecosistemi e dai disastri naturali ed eventi atmosferici estremi. In questa visione a lungo termine la crisi del costo della vita esce completamente dalla top 10, mentre il confronto geoeconomico scende al 9° posto.
“Il panorama del rischio a breve termine – ha affermato Saadia Zahidi, amministratore delegato del World Economic Forum- è dominato da energia, cibo, debito e disastri. Coloro che sono già i più vulnerabili stanno soffrendo e, di fronte a molteplici crisi, coloro che si qualificano come vulnerabili si stanno rapidamente espandendo, sia nei paesi ricchi che in quelli poveri. Il clima e lo sviluppo umano devono essere al centro delle preoccupazioni dei leader globali, anche mentre combattono le crisi attuali. La cooperazione è l’unica via da seguire”.