Tutela della natura, cosa sanno e non sanno gli italiani – Sondaggio Emg-Wwf

Tutela della natura

Più dell’80% degli italiani ritiene che tutelare territorio e mare sia molto importante per il nostro benessere e, secondo il 67%, è anche un’azione efficace per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Ma 9 italiani su 10 non conoscono la Strategia Europea per la Biodiversità 2030 – che prevede che entro il 2030 le aree protette abbiano una estensione pari al 30% del territorio e del mare nella UE – e l’86% dice di conoscere i Parchi Nazionali e Regionali ma sono pochi, solo l’8 %, quelli che li hanno frequentati nel 2022.

L’atteggiamento degli italiani nei confronti della tutela della natura che rivela poche conoscenze, ma molte buone intenzioni emerge da un sondaggio realizzato da Emg per il centro Studi del Wwf Italia, che sottolinea come addirittura l’86% degli italiani non sia a conoscenza della riforma costituzionale del 2022, che ha inserito la tutela della biodiversità degli ecosistemi all’interno dei suoi principi generali.

La percezione dell’opinione pubblica è che non si stia facendo abbastanza per la tutela della natura e delle aree protette (54% poco o per nulla) e il 77% degli intervistati è molto o abbastanza favorevole a destinare maggiori risorse alla difesa della natura.

Gli italiani hanno le idee chiare su quali siano gli scopi delle aree naturali protette. Per il 50% del campione, infatti, devono tutelare e valorizzare la natura, per il 20% sono importanti per proteggere gli animali che vivono al loro interno e per l’8% educano e sensibilizzano i cittadini sui temi ambientali.

I servizi ecosistemici, questi sconosciuti: solo un italiano su 10 sa che cosa siano. Tra quanti ne hanno sentito parlare, il 40% ritiene che siano servizi che la natura è in grado di fornire all’uomo, un 33% pur avendone conoscenza, non saprebbe definirli. Nonostante l’espressione “servizi ecosistemici” non sia ancora penetrata nell’opinione pubblica, il 73% dei cittadini pensa che acqua, aria e cibo dipendano dai sistemi naturali.

“La stragrande parte degli Italiani –sottolinea il Presidente del WWF, Luciano Di Tizio– ignora la riforma, in vigore ormai da un anno, che ha inserito la biodiversità tra i principi generali della nostra Costituzione. Una percentuale ancor più alta di persone non sa che il nostro Paese deve porre sotto tutela almeno il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030. Obbiettivo possibile ma molto difficile se non si aumenta la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura e se non si rendono più efficienti ed efficaci le attuali aree protette”.

Secondo Giuseppe Dodaro, responsabile del settore Capitale Naturale e Agroecologia della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile “La tutela della biodiversità e la riqualificazione naturalistica dei territori devono diventare una priorità nel percorso di transizione ecologica del nostro Paese. Come ha più volte sottolineato la UE, più della metà del PIL mondiale dipende dai beni e dai servizi offerti dalla natura, soprattutto in settori economici di importanza cruciale quali l’agroalimentare. Investire nel ripristino degli ecosistemi è una grande opportunità per l’Italia – il Paese europeo con il più elevato tasso di biodiversità – per rilanciare l’economia, specialmente delle aree interne, e aumentare la competitività delle imprese”.

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