Gps e Satellite per seguire il viaggio delle plastiche sul Po

La tecnologia viene in aiuto per seguire il viaggio delle plastiche sul Po.  Sono stati, infatti, gettati nel flusso delle acque del grande fiume italiano i primi modelli di trackers, “barattoli” in materiale plastico dotati di un rilevatore di posizione Gps e collegati al satellite Sentinel (ESA) per la geolocalizzazione precisa delle plastiche galleggianti.

L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio della Regione Piemonte, hanno lanciato una ventina di trakers nel Po, a Torino per monitorare in questo modo il viaggio che i rifiuti di plastica fanno nel principale fiume italiano, per poterli tracciare in modo adeguato al fine di intercettarli ed eliminarli.

Il progetto del tutto innovativo per l’Italia (è stato fatto solo un esperimento analogo sulla Senna a Parigi) si chiama Mapp (Monitoraggio applicato alle plastiche del Po) ed è un altro capitolo della battaglia per arginare la presenza di plastica nel Po dopo la realizzazione negli anni scorsi dei progetti “Po d’Amare” e “Manta River Project”, volti a censire in modo capillare la quantità delle macro e microplastiche nell’alveo e nella risorsa idrica.

Nei prossimi 12 mesi verranno gettati nel fiume un totale di 100 trackers, distribuendoli nelle diverse stagioni, per studiare il tracciato delle plastiche con i diversi livelli di acqua. Oltre a Torino, sono previste stazioni di posizionamento a Isola Serafini (Piacenza) e in prossimità del Delta a Pontelagoscuro nel Ferrarese.

Da alcuni anni -ha dichiarato Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Po- stiamo facendo di tutto per riuscire a comprendere come contrastare il fenomeno e per far questo  occorre poter contare su dati certi e mettere in campo così le soluzioni più adeguate”.

Abbiamo dato il via – ha aggiunto Giuseppe Dodaro, coordinatore Capitale naturale della Fondazione per lo sviluppo sostenibile –  ad una sperimentazione fortemente innovativa, mai effettuata prima in Italia in acque interne”.

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