L’inarrestabile consumo di suolo in Italia, nel 2020 2mq al secondo

In Italia le “colate di cemento” non  si fermano neanche con la pandemia: nel 2020, nonostante il lockdown, è stato impermeabilizzato il 7,11% del territorio (6,76% nel 2006) ad un ritmo di 2 mq al secondo e ogni italiano ha “a disposizione” circa 360 mq di cemento (erano 160 negli anni ’50).

Questo il quadro descritto dall’edizione 2021 del rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), in un lavoro congiunto dell’ISPRA insieme alle Agenzie regionali.

Questo inarrestabile consumo di suolo ha anche un costo economico: tra 81 e 99 mld  a causa della perdita dei servizi ecosistemici che si potrebbe registrare tra il 2012 e il 2030. Dal 2012 ad oggi, infatti, il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana (che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori) e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km.

Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km2, ovvero, in media, più di 15 ettari al giorno.

Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti. Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato (in genere grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile). In aggiunta, si deve considerare che 8,2 km2 sono passati, nell’ultimo anno, da suolo consumato reversibile, a suolo consumato permanente, sigillando ulteriormente il territorio italiano.

L’incremento maggiore di consumo del suolo si è registrato in Lombardia, che torna al primo posto tra le regioni con 765 ettari in più in 12 mesi, seguita da Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439) e Lazio (+431).

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