Come ogni anno, Italy for Climate sta seguendo lo svolgimento dei lavori di Baku attraverso una specifica iniziativa: insightCOP29. Obiettivo di questa nuova iniziativa è sviluppare una serie di approfondimenti su alcuni temi chiave che saranno al centro delle trattative e che potranno influenzare gli esiti di questa ventinovesima COP ma che, soprattutto, saranno determinanti per poter dire di essere passati, finalmente, dalle parole ai fatti.
A Baku si sta svolgendo la 29° Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sul clima. Siamo arrivati a questo appuntamento dopo aver inanellato una serie di record non proprio positivi: tra tutti i 12 mesi consecutivi più caldi di sempre e stabilmente sopra la soglia del +1,5 °C e un 2023 in cui abbiamo immesso in atmosfera oltre 57 miliardi di tonnellate di gas serra, un valore mai raggiunto prima. I temi sul tavolo della trattativa sono numerosi, come ci ha raccontato Toni Federico nel suo editoriale all’avvio dei lavori. Ma la vera domanda a cui, sbirciando tra le righe dei documenti ufficiali che verranno licenziati alla fine dell’evento, cercheremo una risposta sarà una sola: riusciremo, finalmente, a passare dalle parole ai fatti e a dare concretezza agli impegni presi lo scorso anno a Dubai, a cominciare dal “transitioning away from fossil fuels”?
Le prospettive dei “Big 4”
Il primo approfondimento, sotto forma delle oramai tradizionali pillole di I4C, ha avuto al centro il ruolo e le prospettive dei “Big 4”, i primi quattro grandi emettitori responsabili da soli del 55% delle emissioni globali di gas serra. Se da un lato è vero, infatti, che le COP per definizione lo spazio all’interno del quale si cerca la massima condivisione possibile tra tutte la parti in gioco, dall’altro non tutti gli attori sono uguali, per responsabilità e per capacità di guidare la transizione verso un futuro libero da combustibili fossili. Cina, Usa, India e, ovviamente, Unione Europea attraverso le loro scelte determineranno in gran parte se non gli esiti delle trattative della diplomazia climatica, certamente quelli della lotta contro la crisi climatica in corso.
Il contesto dei negoziati
Un secondo approfondimento, realizzato attraverso il podcast di Torcha che ha avuto come ospite Andrea Barbabella, ha riguardato il contesto in cui si sono aperti i negoziati. In particolare, abbiamo analizzato la distanza degli impegni presi fino ad oggi dai Governi da quello che dovrebbe essere il percorso “sicuro” verso il net zero e ragionato sui fili che legano questa e la prossima COP, la trentesima che si terrà in Brasile, e sul perché il 2025 sia un anno molto importante.
Un futuro basato sulle fonti rinnovabili
Per ridurre le emissioni dobbiamo liberarci dei combustibili fossili e per farlo dobbiamo costruire un futuro basato sulle fonti rinnovabili. Questo il terzo approfondimento, realizzato grazie al prezioso contributo di Francesco La Camera, Direttore generale di IRENA, l’agenzia intergovernativa che si occupa di rinnovabili e transizione energetica. Con lui abbiamo cercato di capire quanto siamo distanti dall’obiettivo stabilito lo scorso anno a Dubai di triplicare la capacità installata di fonti rinnovabili, ma anche di cosa bisognerebbe fare per accelerare la crescita di queste tecnologie.
Il ruolo delle imprese
Abbiamo oramai capito da tempo che, senza un forte coinvolgimento delle imprese e del mondo produttivo, qualsiasi target rimarrà solo sulla carta. Grazie al contributo di Giovanna Gregori, Consigliera Delegata di Aidaf, l’associazione nazionale delle imprese familiari, abbiamo cercato di capire cosa pensano gli imprenditori del made in Italy riguardo l’impegno climatico e la transizione energetica, quali ostacoli incontrano nei loro percorsi di decarbonizzazione e di cosa avrebbero bisogno per accelerare ancora di più.
Sopra o sotto la soglia +1,5 °C
Infine, la soglia del +1,5 °C, quella che abbiamo già superato anche se, al momento, solo per dodici mesi consecutivamente. Siamo ancora in tempo per rimanere al di sotto di questo limite? E perché è così importante? Quale pianeta potremmo avere se superassimo stabilmente tale soglia? Con l’intervento di Roberta Boscolo, Climate & Energy Leader della World Meteorological Organization, la principale autorità mondiale sullo stato del clima nel mondo, abbiamo approfondito questi aspetti e cercato di capire perché a Baku tutti noi non possiamo fallire (articolo disponibile dal 22 novembre).
Tutti gli approfondimenti sono disponibili sul sito di Italy for Climate nella mediaroom, selezionando la categoria “insightcop”