Materie prime critiche: studio Iren evidenzia strategie e investimenti per la competitività nazionale

Un recente studio del Gruppo Iren rivela che l’Italia potrebbe ridurre di un terzo la propria dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche entro il 2040, con un investimento di circa 1,2 miliardi di euro.

La strategia proposta non solo alleggerirebbe la dipendenza dall’estero, ma genererebbe oltre 6 miliardi di euro in valore aggiunto per il sistema industriale nazionale.
Lo studio, intitolato La roadmap italiana per le materie prime critiche, commissionato dal Gruppo Iren e realizzato da TEHA Group, analizza la rilevanza strategica delle materie prime critiche, come il litio per le batterie e il silicio per i semiconduttori, fondamentali per l’industria tecnologica e spesso difficili da reperire.

La dipendenza dell’Europa dall’estero, in particolare dalla Cina, è significativa: il 56% delle materie prime critiche importate nell’UE infatti, proviene dal mercato cinese. La roadmap tracciata dal rapporto evidenzia e suggerisce quattro ambiti di intervento per ridurre questa vulnerabilità:

  • Esplorazione mineraria: definire un piano nazionale che unisca competenze regionali e rafforzi la disponibilità interna.
  • Partnership internazionali, soprattutto con i Paesi africani, per sviluppare filiere sostenibili con investimenti mirati e collaborazione nel quadro del piano Mattei.
  • Sviluppo della capacità di raffinazione e trattamento delle materie prime critiche in aree specializzate a livello nazionale e UE.
  • Recupero e riutilizzo delle materie prime secondarie attraverso l’incremento della raccolta e del trattamento dei RAEE, settore in cui l’Italia è leader europeo per quantità di rifiuti elettronici generati pro capite.

Una parte essenziale della strategia è la valorizzazione dell’economia circolare, che il rapporto identifica come una leva immediata per migliorare l’autonomia industriale del Paese. Oggi in Italia circa il 90% delle componenti RAEE, che contengono materie prime preziose, viene esportato per mancanza di impianti adeguati sul territorio nazionale.

Iren, socio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, intende stimolare un percorso di sostenibilità e indipendenza, con l’obiettivo di consolidare la competitività del Paese e favorire una nuova strategia industriale basata su risorse rinnovabili e circolari.

In quest’ottica, il Gruppo ha avviato l’Osservatorio RigeneRare, piattaforma nata in collaborazione con AssoAmbiente e Utilitalia (soci della Fondazione), e sta per inaugurare un innovativo impianto in Valdarno, specializzato nel recupero di metalli preziosi con una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche l’anno.

Come sottolineato da Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, “dallo sviluppo delle materie prime critiche dipende il 32% del PIL italiano, oltre la competitività industriale e la sicurezza strategica nazionale. La strada più efficace è quella dell’economia circolare, incentivando l’utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali.

Maggiori informazioni

Report | La roadmap italiana per le materie prime critiche

Executive Summary

gruppoiren.it/RigeneRare

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