di Edo Ronchi
Tali impatti sono già in corso e tenderanno ad aggravarsi anche perché l’Italia è particolarmente vulnerabile per posizione geografica e caratteristiche idrogeologiche. I maggiori rischi derivano dall’aumento delle temperature, dall’erosione costiera, dalle alluvioni in certi periodi dell’anno e da periodi di siccità prolungati in altri.
Il cambiamento climatico può provocare importanti riduzioni della produzione agricola, alti rischi di aumento ed estensione degli incendi boschivi e aumento ed estensione dei fenomeni di aridificazione e desertificazione, nonché danni per la flora e la fauna, con perdite di biodiversità.
Particolarmente severi possono essere gli impatti nelle città, in particolare per le isole di calore e la qualità dell’aria nonché per il ripresentarsi di malattie endemiche che erano quasi scomparse e per l’aumento della diffusione di malattie esotiche contagiose. Il Rapporto non esita a scrivere che il cambiamento climatico potrebbe significativamente incidere anche sulle possibilità di progresso economico dell’Italia.
Nel 2015 è stata approvata la Strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico da parte del Ministero dell’Ambiente e ora è in elaborazione il Piano nazionale di adattamento che dovrebbe indicare le politiche e le misure da adottare.
n questo contesto segnalo che il “Green City Network” ha avviato un’ampia consultazione per arrivare alla definizione di linee guida che affrontano anche la resilienza e l’adattamento al cambiamento climatico, proponendo di:
- definire Piani urbani per la resilienza e l’adattamento al cambiamento climatico finalizzati alla prevenzione, alla riduzione della vulnerabilità e della esposizione ai rischi degli edifici e delle infrastrutture chiave, di breve e di lungo termine, rispetto agli eventi atmosferici estremi di natura occasionale e/o durevole. Coordinare tali programmi con quelli per il rischio sismico nelle città dove tale rischio è rilevante nonché con misure a sostegno della resilienza della comunità attraverso opportunità di connessione sociale.
- Sviluppare analisi e valutazioni delle capacità di resilienza e adattive alle ondate di calore, utilizzando strumenti sensoristici e diagnostici avanzati e soluzioni tecniche e gestionali efficaci, negli interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione degli edifici, degli spazi di pertinenza, aperti o di connessione, e delle infrastrutture verdi.
- Fermare l’impermeabilizzazione e il consumo di nuovo suolo e aumentare gli interventi di de-impermeabilizzazione di aree urbane, per ridurre vulnerabilità e rischi rispetto alle precipitazioni intense; utilizzare le infrastrutture verdi anche per assorbire e trattenere maggiori quantità di acque piovane; predisporre spazi disponibili come piazze e giardini come aree di possibile provvisorio accumulo di acque piovane utilizzabili in casi di eventi estremi, favorire il deflusso di acque piovane particolarmente intense dalle città a zone umide nelle zone periurbane che possano accumulare importanti quantità di acqua e costituire aree ecologiche di pregio per la biodiversità e per utilizzi ricreativi e sportivi.
Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 09/03/2018