OCSE: Italia 2013. Rapporto sulle performance ambientali

A cura di Toni Federico

Venerdì 8 febbraio Simon Upton, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’OCSE, ha presentato a Roma il Rapporto 2013 sull’Italia con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini il sottosegretario allo Sviluppo economico De Vincentis e con l’intervento del Presidente della nostra Fondazione, Edo Ronchi.

Il rapporto OCSE Italia 2013, che può essere letto come e-book nel sito dell’OCSE (> leggi il Rapporto OCSE Italia 2013), offre un quadro dello stato dell’ambiente del nostro paese aggiornato con i dati ufficiali più recenti, mettendone in evidenza con estrema cura le luci, le ombre e le necessità di ulteriori progressi. Il Rapporto allinea le valutazioni della performance ambientale alle opportunità di avviare l’Italia lungo la strada di una green growth, il paradigma OCSE della green economy, concepito col duplice scopo di rilanciare l’economia dei paesi OCSE nella grave situazione della crisi in corso, di valorizzare e promuovere l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia e di proteggere i preziosi servizi ecosistemici che ricaviamo dalla natura e che sono indispensabile sostegno allo sviluppo e non possono essere ulteriormente degradati.

Merita anche ricordare che la green economy in Italia ha già avuto un significativo endorsement da parte dell’OCSE nel corso degli Stati generali di Rimini del novembre 2012 con l’intervento dell’economista Tomas Kozluk. La Fondazione per lo Sviluppo sostenibile aveva partecipato alla consultazione per la preparazione del rapporto OCSE Italia 2013 al CNEL nel 2012 con un contributo ufficiale (> leggi in allegato ). Il rapporto precedente dell’OCSE sull’Italia risale a 10 anni prima e merita ricordare che quella volta, si trattava del 2003, fu proprio l’attuale staff della Fondazione a presentarlo al pubblico di propria iniziativa, in difetto della dovuta azione da parte del Governo (> leggi il Rapporto OCSE Italia 2002). In quell’occasione l’OCSE rilasciò un documento di Conclusioni che conteneva anche 65 Raccomandazioni (> scarica OCSE 2002 Conclusioni e raccomandazioni), dedicate alle politiche ambientali, alla qualità dell’aria, alla gestione dell’acqua, ai rifiuti, alla biodiversità, allo sviluppo sostenibile ed in particolare all’integrazione delle dimensioni ambientale e sociale nelle decisioni politiche, alla problematica dei trasporti ed a quella della cooperazione internazionale. Sotto tutti gli aspetti si trattava di un quadro di valutazioni molto più severo di quello avanzato col Rapporto Italia 2013.

In quest’ultimo si dichiara in apertura di presentazione che l’ambiente in Italia migliora ma serve più impegno poiché il Paese deve fare ancora fronte a numerose sfide ambientali. Sono italiane più della metà delle 30 città europee con la peggior qualità dell’aria: le cifre delle emissioni inquinanti sono in decrescita ma cresce pericolosamente il particolato generato dai processi di combustione. La quantità dei rifiuti urbani prodotti è cresciuta più del PIL e la quota destinata in oltre 15000 discariche, molte delle quali illegali, non diminuisce con la rapidità richiesta dall’Europa. Obsolete le infrastrutture per la distribuzione dell’acqua potabile. Le conclusioni principali relative alle performance ambientali più critiche sono state raccolte nelle Highlights OECD Italia 2013 (> scarica gli Highlights). Un documento ulteriore contiene invece le valutazioni finali accompagnate dalle usuali raccomandazioni dell’OCSE che sono questa volta 29 , sei di carattere generale, otto in favore di un modello di sviluppo di green growth in italia, cinque relative alla governance della risorsa idrica, addirittura dieci per quanto riguarda il cambiamento climatico dove particolare attenzione viene dedicata alle emissioni dei settori non-ETS ed in particolare ai trasporti (> scarica le Valutazioni e le Raccomandazioni OCSE Italia 2013, per ora in lingua inglese).

È quanto mai opportuno leggere in profondità le Raccomandazioni avanzate dall’OCSE ma anche ascoltare quelle che Simon Upton ha voluto indicare nella sua presentazione romana come Key Overarching Recommendations, riportandole testualmente in lingua originale:

1. Prepare a green growth strategy.

2. Strengthen the links between disbursement of regional development funds and the achievement of targets.

3. Simplify costly environmental requirements while reinforcing efforts to combat environmental crime.

4. Apply economic instruments more substantially and streamline institutional arrangements for managing water resources.

5. Expand and restructure environmentally related taxes; remove environmentally harmful tax concessions.

Le priorità per l’Italia sono dunque, secondo le indicazioni dell’OCSE, concretare il percorso della green economy, finalizzare la spesa delle regioni sui territori per l’ambiente, semplificare la normativa, combattere la criminalità, gestire finalmente in maniera sostenibile l’acqua, fare una riforma fiscale in senso ambientale ed eliminare gli incentivi dannosi per l’ambiente. Il Ministro dell’Ambiente Clini ha sottolineato gli sforzi e l’opera del suo governo, rivendicando il merito della regolazione in fatto di incentivi per le fonti rinnovabili, per l’abbattimento della CO2, il cui Piano è stato appena approvato dal CIPE, e per l’adattamento ai cambiamenti climatici, al contempo lamentando che molte iniziative determinanti per l’ambiente in particolare per l’acqua e per la riforma fiscale non abbiano potuto concludersi a causa della breve vita del Governo. Ma il Ministro ha voluto sottolineare che la raccomandazione dell’OCSE che più gli sta a cuore è quella che invita l’Italia a dotarsi di un Agenda verde per la crescita e la decarbonizzazione dell’economia, capace di una visione di futuro e dotata di strumenti e politiche anche a lungo termine.

Nelle conclusioni, il Presidente Edo Ronchi, ha rappresentato a Simon Upton lo sforzo che il Ministero dell’Ambiente con l’appoggio della Fondazione ha messo in campo nel 2012 con la convocazione degli Stati generali della green economy in Italia coinvolgendo una parte importante, e nel seguito crescente, del sistema italiano delle imprese. il punto centrale del ragionamento di Ronchi è stato quello del percorso di rilancio dell’economia che obbligatoriamente deve passare necessariamente dall’aumento degli investimenti e da una seria riapertura del credito bancario liberando gli uni e l’altro dagli impedimenti del patto di stabilità e del fiscal compact. Ronchi ha dichiarato che la Fondazione, utilizzando dati non ufficiali 2012, mentre l’OCSE non può che limitarsi ai dati ufficiali del 2010, ha colto l’obiettivo posto all’Italia dal Protocollo di Kyoto, ma ha raccomandato anche all’OCSE la necessità che l’Europa definisca con chiarezza e determinazione molto maggiori gli obiettivi al 2020. Riconosce che il problema della gestione delle risorse idriche è stato effettivamente trascurato e va prontamente ripreso in uno con i piani per l’adattamento climatico e per contrastare il dissesto idrogeologico, anche mediante l’attivazione di un tipo di investimenti a tempo medio-lunghi, come potrebbero essere dei project-bond finalizzati a progetti strategico-struttrturali a lungo termine.

Toni Federico
Chm. Scientific Committee
Coordinator of the CCS Observatory
Sustainable Development Foundation

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