Prevenzione dei rifiuti: l’Europa deve fare di più, soprattutto contro lo spreco alimentare

Prevenzione dei rifiuti

L’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), “Preventing waste in Europe — Progress and challenges, with a focus on food waste”, fotografa una situazione di luci e ombre per quanto riguarda la prevenzione dei rifiuti nell’Unione Europea. I dati raccolti tra il 2010 e il 2022 mostrano infatti una riduzione del 13% della quantità di rifiuti generati per unità di prodotto interno lordo, con un’accelerazione tra il 2020 e il 2022 (-8%). Tuttavia, il totale dei rifiuti prodotti è aumentato del 3%, toccando 1,8 tonnellate pro capite nel 2022.

Un modesto disaccoppiamento rispetto alla crescita del Pil

Questo quadro evidenzia un modesto disaccoppiamento tra crescita economica e produzione di rifiuti. Mentre il Pil dell’UE-27 cresceva del 16,5%, la produzione di rifiuti aumentava in misura molto più contenuta. A spingere in positivo sono soprattutto i settori della manifattura e dei servizi. Al contrario, la produzione di rifiuti nei settori della gestione delle acque e dei rifiuti stessi continua a crescere indipendentemente dall’andamento economico.

Nonostante alcuni segnali incoraggianti, la strategia europea di prevenzione appare ancora poco incisiva. L’81% degli strumenti adottati nei Programmi Nazionali di Prevenzione dei Rifiuti (WPPs) si basa su iniziative volontarie, campagne informative e accordi non vincolanti. Solo il 6% delle misure fa ricorso a strumenti economici come incentivi o tasse ecologiche, mentre la responsabilità estesa del produttore rappresenta appena il 2% delle azioni intraprese. Un approccio più sistemico e l’integrazione di strumenti normativi ed economici sono indicati come priorità urgenti per rendere più efficace la prevenzione.

Situazione critica nel settore alimentare

La situazione è particolarmente critica nel settore dei rifiuti alimentari, cui il rapporto dedica un focus specifico. Ogni anno nell’UE si registrano circa 59 milioni di tonnellate di spreco alimentare, con un costo ambientale e sociale enorme. I dati rivelano che il 62% delle azioni di prevenzione è incentrato su sensibilizzazione e formazione, mentre solo il 4% utilizza incentivi economici e l’1% regolamentazioni vincolanti. La misurazione dei rifiuti alimentari è in miglioramento grazie all’obbligo di rendicontazione introdotto a livello europeo, ma servono sforzi maggiori per intervenire sulle cause strutturali dello spreco.

Il rapporto sottolinea che una strategia efficace di prevenzione dei rifiuti alimentari potrebbe abbattere di circa 9,9 milioni di tonnellate le emissioni di gas serra (CO2 equivalenti), pari a circa il 9% delle emissioni totali del settore dei rifiuti. Inoltre, prevenire il rifiuto alimentare è essenziale per aumentare la sicurezza alimentare e ridurre la pressione sulle risorse naturali. Tra le raccomandazioni principali dell’EEA figurano il rafforzamento delle valutazioni periodiche dei programmi nazionali, oggi ancora troppo disomogenee e poco trasparenti, e l’integrazione tra politiche climatiche, di biodiversità e di gestione dei rifiuti. Solo una visione sistemica può trasformare davvero il modello di consumo e produzione europeo, rendendolo più circolare ed efficiente.


Articolo originale pubblicato sul sito del Circular Economy Network
Facebooktwitterlinkedinmail