Protocollo di Kyoto: una contabilizzazione europea che penalizza la reale riduzione delle emissioni dell’Italia

di Edo Ronchi

Il 16 aprile ISPRA ha presentato l’inventario nazionale delle emissioni di gas serra dell’Italia per il periodo 1990-2012, trasmesso al Segretariato generale della Convenzione ONU sul clima, particolarmente importante perché è quello che servirà per valutare il rispetto del Protocollo di Kyoto.

Il sistema di contabilizzazione europea utilizzato da ISPRA – che per gli impianti industriali soggetti alla direttiva ETS (Emissions Trading Scheme ) contabilizza dal 2009 non le emissioni reali, ma quelle assegnate come target – comporta che le emissioni calcolate ai fini del Protocollo di Kyoto per il periodo di verifica 2008-2012, siano superiori a quelle reali, e misurate nello stesso inventario ISPRA, di ben 42 milioni di tonnellate di CO2 equiv. nei cinque anno considerati.

 Per questo meccanismo di contabilizzazione, la riduzione delle emissioni italiane sarebbe solo del 4,6% come media del periodo 2008-2012 rispetto al 1990, a fronte di un target del 6,5%, quando invece la riduzione reale, comprendendo i meccanismi flessibili previsti dal Protocollo, è del 7,5%.

Questo meccanismo europeo di contabilizzazione produce i seguente paradosso: l’Italia – che ha ridotto le sue emissioni del 7,5%, oltre l’obiettivo del Protocollo di Kyoto – potrebbe essere chiamata a pagare l’acquisto di diritti di emissione per alcune milioni di tonnellate di CO2 che non ha emesso, solo perché si contabilizzano le emissioni previste da un tetto nominale, assegnato ai grandi impianti industriali, e non le emissioni reali notevolmente inferiori.

Questo sistema europeo di contabilizzazione o va modificato o va almeno chiarito perché l’Italia ha superato il proprio target fissato dal Protocollo di Kyoto.

Edo Ronchi

Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

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