Rifiuti pericolosi: aumentano nella Ue, oltre il 50% in discarica – Analisi della Corte dei Conti europea

Rifiuti pericolosi

La quantità di rifiuti pericolosi prodotti nell’UE è ancora in aumento: tra il 2004 e il 2018 ha registato un + 26% passando da 80,8 milioni di tonnellate a 101,7. La discarica resta ancora il metodo di smaltimento principale per oltre il 50% dei rifiuti e il traffico illecito di rifiuti pericolosi resta sempre un’attività lucrativa che si stima produca ricavi tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro l’anno.

La fotografia delle produzione e gestione dei pericolosi in Europa è contenuta in un’analisi della Corte dei Conti europea che fa luce sulle sfide attuali e future nella gestione dei rifiuti pericolosi che sono: migliorarne la classificazione, assicurarne la tracciabilità, aumentarne il riciclo e contrastarne il traffico illecito.

Il comparto manifatturiero (metallurgico in particolar modo), il trattamento delle acque e dei rifiuti, l’edilizia e il settore estrattivo sono responsabili complessivamente di oltre il 75 % dei rifiuti pericolosi prodotti nell’UE. Questi ultimi possono essere anche generati nelle case (ad esempio, lo sono certi medicinali, le batterie usate, i prodotti per la pulizia e le apparecchiature elettroniche).

La Corte sottolinea che classificare e tracciare adeguatamente i rifiuti pericolosi aiuterebbe a prevenire trattamenti impropri e scorciatoie illecite, pur rilevando che i rifiuti pericolosi vengono classificati in modi differenti negli Stati membri. Secondo la Corte, inoltre, la Commissione europea potrebbe intensificare i propri sforzi per armonizzare la normativa UE applicabile. Allineare i registri elettronici nazionali dei rifiuti pericolosi al registro europeo previsto per la spedizione dei rifiuti aiuterebbe a tracciarli con maggiore efficacia durante tutto il loro ciclo di vita. Idealmente, i rifiuti pericolosi dovrebbero essere preparati per essere riutilizzati o riciclati. Tuttavia, la maggior parte di tali rifiuti non è adatta al riutilizzo e il riciclo è limitato da impedimenti tecnici e dalla mancanza di opportunità di mercato per i rifiuti riciclati. Nell’analisi, la Corte evidenzia che migliorare le tecnologie e la capacità di riciclo creerebbe diverse possibilità: ad esempio, recuperare le materie prime critiche dalle apparecchiature elettroniche e da altri rifiuti sosterrebbe l’autonomia strategica dell’UE
Nell’ambito della gestione dei rifiuti, a essere responsabili dell’attuazione delle disposizioni giuridiche dell’UE a livello nazionale sono gli Stati membri. La Commissione ha avviato numerose procedure di infrazione nei confronti di quegli Stati che non hanno recepito la normativa dell’UE nella legislazione nazionale o non l’hanno rispettata.

Nel periodo 1990-2022 la Commissione ha avviato 210 procedure di infrazione, l’Italia ne ha collezionate 25 ed è seconda, in questa classifica negativa, solo alla Spagna che ne ha 40. Il Report della Corte dei Conti contiene anche un breve focus sulla Campania che ricorda che tra gennaio 2012 e agosto 2013 sono stati segnalati 6 034 incendi di rifiuti pericolosi. Ma, nonostante il Governo italiano abbia rafforzato le sanzioni, nel 2021 sono stati segnalati ancora 1.406 incendi di rifiuti nella Regione.

Intanto il Parlamento europeo  ha adottato la sua posizione negoziale per i colloqui con i governi dell’UE su una nuova legge per rivedere le procedure e le misure di controllo dell’UE per le spedizioni di rifiuti. Con il testo adottato, i deputati sostengono esplicitamente il divieto di spedizione di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento all’interno dell’UE, salvo se autorizzati in casi limitati e ben giustificati. Sarebbero vietate anche le esportazioni dell’UE di rifiuti pericolosi verso paesi non OCSE.

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