Rifiuti: secondo World Bank al 2050 cresceranno del 70%

Finiremo sommersi dai rifiuti se non ci muoviamo subito. A dirlo è la Banca mondiale che in un recente rapporto, “What a Waste 2.0 : A Global Snapshot of Solid Waste Management to 2050”, stima un aumento del 70% della produzione dei rifiuti urbani nel 2050, se non cambiamo subito rotta. A determinare questo incremento a livello mondiale sarà la crescita demografica ed economica e la maggiore urbanizzazione. Sono fattori che – in assenza di una strategia che incentivi riuso e riciclo – ci porteranno ad avere a che fare tra poco più di 30 anni con 3,14 miliardi di tonnellate di scarti solidi urbani ogni anno, rispetto ai 2,01 miliardi di tonnellate di oggi (dato 2016).

L’emergenza rifiuti

Il report parte dal fotografare la situazione attuale. A produrre in termini assoluti la maggiore quantità di scarti sono i Paesi ad alto reddito che – pur rappresentando solo il 16% della popolazione mondiale – generano il 34% dei rifiuti mondiali. Gli stessi Paesi però riescono a recuperare, tra riciclo e compostaggio, il 31% dei materiali. Ben diverso lo scenario nei Paesi a basso reddito dove solo il 4% viene avviato a riciclo, mentre più del 90% finisce in discarica o bruciato. Ma sono proprio i Paesi che oggi producono meno rifiuti – in Medio Oriente e Nord Africa – quelli che registreranno il maggior incremento nella produzione di scarti, arrivando a raddoppiare e addirittura triplicare (nelle aree dell’Africa sub Sahariana).

Con tali numeri le implicazioni ambientali, sanitarie ed economiche di gestione potrebbero diventare insostenibili. Basti pensare agli onnipresenti materiali plastici – oggi il 12% di tutti i rifiuti – che stanno già oggi compromettendo lo stato di salute di interi ecosistemi. O alle emissioni climalteranti legate alla gestione dei rifiuti pari oggi a quasi il 5% alle emissioni globali di gas serra. Si tratta di 1,6 miliardi di tonnellate equivalenti di CO2 che potrebbero arrivare a 2,6 miliardi di tonnellate.

Serve una nuova rotta

La Banca mondiale sottolinea che rivedere l’intera filiera dei rifiuti è un passaggio essenziale per passare a un’economia circolare, dove già in fase di progettazione i prodotti sono pensati in ottica di recupero e riciclo. Solo così, i rifiuti diventeranno risorsa e la loro gestione diventerà un fattore di crescita economica.

“I rifiuti non raccolti e smaltiti – ricorda Silpa Kaza, autrice del rapporto – hanno importanti effetti sulla salute e sull’ambiente. Il costo per affrontare questi impatti è molto superiore rispetto al costo di una gestione del sistema semplice e adeguata. Le soluzioni esistono e possiamo aiutare i Paesi ad implementarle”.

Per risolvere il problema – secondo il rapporto – occorre seguire alcune linee guida. Tra queste:

  • finanziare i Paesi in via di sviluppo per migliorare la filiera,
  • supportare i Paesi che producono la maggior quantità di rifiuti plastici a ridurne il consumo attraverso programmi di riciclo,
  • ridurre gli sprechi alimentari educando i consumatori e offrendo programmi specifici per la gestione dei prodotti organici.
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