Spreco alimentare, gettato il 17% di cibo con gravi impatti sul clima – Rapporto Unep

Circa 931 milioni di tonnellate di cibo venduto nel 2019, pari al 17% del cibo totale disponibile per i consumatori, sono finite nei rifiuti con impatti non marginali sui cambiamenti climatici e la maggior parte di questi sprechi avviene tra le mura domestiche (61%).

Questo quanto emerge dal Rapporto 2021 “Food Waste Index” pubblicato dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e da WRAP, una Ong britannica.

Lo spreco alimentare ha forti ripercussioni anche sul cambiamento climatico. Infatti l’8-10% delle emissioni globali di gas serra prodotte ogni anno, sono associate al cibo che non viene consumato.

Il Rapporto sottolinea come lo spreco domestico pro capite sia simile in tutti i Paesi nelle stesse fasce di reddito, indipendentemente dalla ricchezza del Paese stesso, un dato che cancella l’idea diffusa che lo spreco di cibo riguardi quasi esclusivamente i Paesi ricchi. A livello globale vengono buttati ogni anno 121 kg di cibo pro capite, di cui ben 74 derivano dagli ambienti domestici, 32 dalla ristorazione e 15 dal settore delle vendite.

Produrre cibo e gettarlo via, inoltre, appesantisce il sistema di gestione dei rifiuti  e aggrava il consumo di risorse : circa 1,4 milioni di ettari di terreno coltivabile vengono utilizzati per produrre  alimenti che non verranno mai consumati.

Considerando che nel 2019 circa 690 milioni di persone hanno sofferto la fame e tre miliardi non hanno potuto permettersi una dieta sana e che il COVID-19 minaccia di esacerbare questi numeri, lo studio esorta i consumatori a non sprecare il cibo e invita i governi a includere lo spreco alimentare nei piani di ripresa Nazionale (NDC), attraverso i quali i paesi si impegnano a pianificare azioni climatiche sempre più ambiziose.

 

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