WEF, per la prima volta tutta ambientale la top five dei rischi globali

wef report 2020

Per la prima volta nella storia del Global Risks Report, le preoccupazioni ambientali e climatiche dominano la classifica dei rischi globali: i primi cinque rischi a lungo termine in fatto di probabilità sono infatti tutti legati all’ ambiente, come tre dei cinque rischi principali in termini di impatto.La quindicesima edizione del Global Risk Report, pubblicata dal World Economic Forum alla vigilia del Forum di Davos, basato sul sondaggio condotto tra oltre 750 esperti e decision-maker dei vari settori dell’economia globale sulla percezione (della probabilità e dell’impatto) dei rischi a livello internazionale, quest’ anno offre un panorama tutto verde.
I primi cinque rischi globali a lungo termine in termini di probabilità sono gli eventi meteorologici estremi con gravi danni a proprietà, infrastrutture e perdita i vite umane; il fallimento della mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento da parte dei governi e delle imprese; importanti perdite di biodiversità e collasso dell’ecosistema (terrestre o marino) con conseguenze irreversibili per l’ambiente e con un conseguente grave impoverimento delle risorse umane e industriali; catastrofi naturali come terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche e tempeste geomagnetiche; . danni ambientali e catastrofi causati dall’uomo, compresi i reati ambientali, come fuoriuscite di petrolio e contaminazioni radioattive.

La classifica dei rischi in termini di impatto è guidata dal “fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”; al secondo posto la “perdita di biodiversità” e al quarto posto “gli eventi meteorologici estremi”

I rischi economici sono assenti dai primi cinque rischi globali. Ciò, osserva il Report, è preoccupante, dato il continuo malessere economico globale che limiterà i progressi in tutte le altre aree, compresa l’azione per il clima e costituisce un “blind spot” di quest’ anno. I rischi ambientali ed economici sono indissolubilmente legati, osserva Emilio Granados Franco, Responsabile dei rischi globali e dell’Agenda geopolitica al World Economic Forum i, e senza questa integrazione potrebbero mancare gli sforzi di mitigazione integrati. Il rapporto, realizzato in collaborazione con Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group, sottolinea la necessità per i responsabili politici di abbinare quindi gli obiettivi per la protezione del pianeta con quelli per il rilancio delle economie.

La salute del pianeta preoccupa soprattutto le giovani generazioni. Il rapporto evidenzia, infatti, come i rischi siano percepiti in modo diverso da chi è nato dopo il 1980, che è la categoria di età che ha messo ai primi posti della classifica i rischi ambientali rispetto agli altri intervistati di diverse fasce di età. Quasi il 90% dei più giovani intervistati crede che “le ondate di calore estreme”, “la distruzione degli ecosistemi” e “la salute messa a rischio dall’inquinamento” si aggraveranno nel 2020, rispetto a circa il 70% delle generazioni più anziane. Ritengono inoltre che l’impatto dei rischi ambientali entro il 2030 sarà più catastrofico e più probabile.

“I nostri modelli di crescita economica, sviluppo, produzione e consumo – sottolinea Sandrine Dixson-Declève, copresidente del Club di Roma – non hanno solo avuto impatti sugli ecosistemi, ma creato gravi hotspot socioeconomici e maggiore disuguaglianza. L’emergenza non riguarda solo la degradazione ecologica. Si tratta della crisi sociale e del riconoscimento del fatto che, mentre affrontiamo urgentemente i rischi climatici e della biodiversità, dobbiamo contemporaneamente costruire nuovi sistemi economici, sociali e finanziari”.

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