Tutela del territorio: luci ed ombre delle politiche nazionali, seminario Fondazione
Assenza di una adeguata politica nazionale di tutela del territorio, mancanza di mappe del rischio aggiornate, scarse risorse economiche.
Il seminario promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutosi a Roma il 2 luglio scorso, ha permesso di fare il punto sulle politiche per la difesa del territorio italiano. Si è discusso, insieme all’Ordine Nazionale dei Geologi e a tutti i soggetti istituzionali coinvolti, dell’attuazione della Delibera Cipe n.8/2012 “Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013. Assegnazione di risorse a interventi di contrasto del rischio idrogeologico di rilevanza strategica regionale nel mezzogiorno”, (G.U. n. 121 del 25/05/2012).
Su questa prima fase di attuazione il giudizio è stato articolato: è positivo che il programma si sviluppi sulla base di Accordi di Programma del Ministero dell’Ambiente e delle Regioni interessate; è altresì positiva l’azione di raccordo tra i diversi livelli istituzionali coinvolti, avviata dai Commissari Straordinari Delegati. Ma è altrettanto evidente che le risorse “soggettivamente significative, ma oggettivamente limitate” possono permettere di avviare solo un’azione di manutenzione del territorio, così come sono evidenti i limiti di alcuni passaggi del procedimento individuato per giungere all’effettivo utilizzo delle risorse finanziarie stanziate.
Dal Seminario sono emerse tre considerazioni di carattere generale:
1. Risorse economiche scarse ed utilizzate più per riparare i danni che per prevenirli, crescente frammentarsi delle competenze istituzionali, vincoli sempre più stringenti della finanza pubblica rappresentano i fattori più diretti per l’assenza di una adeguata politica nazionale di tutela del territorio.
2. La crisi climatica impone un’azione immediata e mirata. Per questo diventa urgente un aggiornamento delle mappe di rischio per realizzare una piano nazionale straordinario di prevenzione e manutenzione.
3. E’ fondamentale che si determini una presa di coscienza collettiva dell’importanza della tutela del territorio e di quanto distruttivi possano essere interventi che producono guadagni di breve durata per pochi, ma danni incalcolabili per la comunità.