A Parigi 175 Paesi alla ricerca di un Trattato contro l’inquinamento da plastica

Trattato contro l’inquinamento da plastica

I rappresentanti di 175 Paesi sono riuniti a Parigi fino al 2 giugno, per il secondo round di negoziati volto a preparare il trattato internazionale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino, con l’ambizione di completare i negoziati entro la fine del 2024.

Il Comitato intergovernativo di negoziato INC-2, sotto la supervisione del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) – proverà a stendere una bozza di lavoro contenente gli obiettivi del trattato, il campo di applicazione e le misure di prevenzione da adottare.

Il processo negozoale ha preso il via nel febbraio 2022, alla ripresa della quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-5.2), quando è stata adottata una risoluzione storica (5/14) per sviluppare uno strumento internazionale vincolante contro l’inquinamento da plastica che deve basarsi su un approccio globale che affronti l’intero ciclo di vita della plastica. I livelli in rapido aumento di inquinamento da plastica rappresentano un grave problema ambientale globale. In uno scenario normale e in assenza degli interventi necessari, infatti, la quantità di rifiuti di plastica che entrano negli ecosistemi acquatici potrebbe quasi triplicare, passando da circa 9-14 milioni di tonnellate all’anno nel 2016 a 23-37 milioni di tonnellate all’anno previste entro il 2040.

Le posizioni dei diversi governi non sono allineate: l’Unione europea punta a obiettivi ambiziosi, la Francia e altri Paesi dell’Ue invocano addirittura  un taglio obbligatorio della produzione di plastica entro il 2040. Gli Stati Uniti, uno dei maggiori produttori e utilizzatori di plastica, secondo gli osservatori, come riporta Bloomberg, finora stanno spingendo per concentrarsi soprattutto sulla pulizia dei rifiuti di plastica.

La riunione negoziale è stata preceduta da un rapporto dell’UNEP, Turning off the Tap: How the world can end plastic pollution and create a circular economy, che delinea una tabella di marcia per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica attraverso l’adozione di un approccio circolare. Il rapporto propone, per un cambiamento di rotta, di accelerare su tre elementi chiave: – riutilizzo, riciclo, riorientamento e diversificazione e nello stesso tempo di sviluppare azioni per affrontare l’eredità dell’inquinamento da plastica. Secondo il Rapporto, anche con queste misure, 100 milioni di tonnellate di plastica da prodotti monouso e di breve durata dovranno ancora essere trattati in sicurezza ogni anno entro il 2040.

Complessivamente, il passaggio a un’economia circolare comporterebbe un risparmio di 1,27 trilioni di dollari, considerando i costi e i ricavi del riciclo. Ulteriori 3,25 trilioni di dollari verrebbero risparmiati da esternalità evitate come salute, clima, inquinamento atmosferico, degrado dell’ecosistema marino e i costi dei contenziosi. Questo cambio di paradigma potrebbe comportare un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040, principalmente nei paesi a basso reddito, migliorando in modo significativo i mezzi di sussistenza di milioni di lavoratori. I costi di investimento per questo cambiamento sistemico sono significativi, ma inferiori alla spesa prevista se il cambiamento non viene intrapreso: $ 65 miliardi all’anno contro $ 113 miliardi all’anno. Tuttavia, il rapporto avverte che il tempo è essenziale. Un ritardo di cinque anni potrebbe portare a un aumento di 80 milioni di tonnellate di inquinamento da plastica entro il 2040.

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