Webinar sharing mobility: Il bus? è a chiamata e si prenota con un’app

Webinar sharing mobility

Nella sharing mobility si rafforza sempre di più il DRT, acronimo per Demand Responsive Transport, il trasporto a domanda o chiamata che unisce la flessibilità di un taxi al costo contenuto del “biglietto” del bus ed è un’opzione nelle aree dove non c’è una domanda sufficiente a sostenere economicamente il TPL. Come funziona? Piccoli autobus, a seconda delle richieste dei passeggeri, si possono muovere su itinerari e orari stabiliti dinamicamente tramite una piattaforma digitale e un’App mobile.

Di questo modello di mobilità si parlerà a – “Chiamiamo noi”: le opportunità delle piattaforme di Demand Responsive Transit (DRT), il webinar gratuito organizzato da IBE Intermobility and Bus Expo a cura della Fondazione Sviluppo sostenibile il 31 maggio alle 16.00 all’interno della Digital Green Week di IEG (Italia Exihibition Group).

Grazie al DRT, i cittadini attraverso le nuove tecnologie sono in grado di scegliere in ogni momento la modalità più vantaggiosa per spostarsi mentre le città e le imprese possono garantire un servizio più efficiente al momento giusto. Il DRT diventa così un’opzione vincente nelle aree periferiche della città, nei piccoli comuni, nelle aree rurali ma anche in alcune specifiche finestre temporali (soprattutto in orario notturno) con particolari categorie di utenti (per le persone con handicap motori), in determinate stagioni (nei periodi estivi per venire incontro agli spostamenti dei turisti).

Il DRT- ha detto Raimondo Orsini, Direttore della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile – ci insegna che quando il trasporto pubblico di linea non è competitivo abbiamo delle soluzioni molto efficaci e a costi più bassi però questo cambio di paradigma deve avvenire anche nelle modalità di regolazione che sono ancorate ai vecchi modelli e ai vecchi schemi”.

Sono numerosi gli schemi in cui si può articolare il DRT, i più frequenti quelli con un percorso fisso ma con orari flessibili e con percorsi flessibili e orari flessibili. Le criticità per il DRT? La possibilità che il servizio non sia integrato con le altre modalità di trasporto o addirittura vada a sovrapporsi con quello esistente di TPL. Teoricamente tutto si dovrebbe risolvere all’interno della pianificazione dei trasporti di un bacino, istituendo dei servizi a domanda complementari a quelli di linea, ma il pericolo che i servizi vadano in concorrenza è concreto.

Il DRT è ormai una modalità di trasporto consolidata in Paesi come la Gran Bretagna, il Belgio, la Svezia e ha fatto la sua comparsa in Polonia, a Cracovia. In Italia è attivo tra l’altro a Trieste, Ravenna, nell’area metropolitana di Genova, in estate con il nome di il “Bus&go” nell’Alto Garda, in molti piccoli comuni e poi in tantissime città soprattutto per il trasporto di persone con handicap. La prima città italiana a sperimentarlo è stata nei primi anni ’90, Venezia, dove in orario notturno si poteva “prenotare” una fermata chiamando un numero verde.

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