Il nostro bilancio del 2020 e le sfide green del 2021

di Edo Ronchi

Ai primi di maggio dello scorso anno siamo stati promotori di un manifesto, sottoscritto inizialmente da 110 esponenti di importanti imprese e organizzazioni di imprese, “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia”, a cui ha fatto seguito la Maratona televisiva su Rai Play, che ben sintetizzava la visione della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e il progetto di ripresa per il quale abbiamo operato.

“Riteniamo che per affrontare una crisi distruttiva come questa che ha colpito duramente le nostre società e le nostre economie e riaprire concrete possibilità di un futuro migliore – scrivevamo in quel Manifesto – servono politiche e misure innovative e di vasta portata, un intervento pubblico – nazionale ed europeo – di dimensioni mai viste prima e un impegno straordinario dei cittadini e delle imprese. Tutto ciò è possibile solo se vi sono un’adeguata consapevolezza, una visione condivisa e scelte chiare per un progetto di sviluppo che sia all’altezza delle sfide di questa nostra epoca.
Mentre attuiamo le misure necessarie per rendere le nostre società, i nostri sistemi sanitari e la nostra economia più resilienti nei confronti delle pandemie, non dobbiamo lasciare aperte, o peggio, allargare, altre falle ad alto rischio. Innanzitutto, quella della grande crisi climatica, alimentata da un modello di economia lineare ad elevato consumo di energia fossile e spreco di risorse naturali. Lo sforzo straordinario che ci è richiesto deve puntare su un progetto di sviluppo durevole , in grado di assicurare un benessere più esteso ed equamente distribuito che oggi può essere basato solo su un’economia decarbonizzata e circolare…
Siamo convinti che un nuovo Green Deal sia la via da seguire per una più forte e duratura ripresa perché valorizza le migliori potenzialità dell’Italia: quelle delle sue produzioni di qualità, sempre più green e inscindibili dalla decarbonizzazione e dalla circolarità dei modelli di produzione, distribuzione e consumo; quelle dove ha raggiunto punti di eccellenza come il riciclo dei rifiuti, pilastro dell’economia circolare, e come le fonti rinnovabili di energia, strategiche per un’economia climaticamente neutrale; quelle del suo modello di agricoltura sostenibile, strategica per la sicurezza alimentare, e delle altre attività della sua bioeconomia rigenerativa , in grado rivitalizzare aree marginali e siti dismessi ; quelle delle sue città da rilanciare con un vasto programma di rigenerazione urbana in chiave green; quelle del suo ingente capitale naturale, necessario per numerosi servizi ecosistemici e per il rilancio di diverse attività economiche come il turismo; quelle della mobilità del nostro futuro, decarbonizzata, elettrica e condivisa; quelle dell’innovazione digitale che può contribuire a migliorare il lavoro, lo studio e la cura della nostra salute, riducendo la nostra impronta ecologica”.

Nel 2020 la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha intensificato la sua iniziativa per contribuire, in una situazione di grande difficoltà, ad evitare chiusure e ritorni indietro e a tenere aperte prospettive green in un contesto come quello italiano che non brilla, specie a livello politico, per grandi visioni e iniziative avanzate.

In un dibattito sulla ripresa dove si è sentito di tutto – ripescaggi di vecchi progetti e innumerevoli proposte per fare di tutto e, soprattutto, per accontentare un po’ tutti – noi abbiamo sostenuto, con convinzione, l’attuazione della svolta europea del Green Deal, alla base del Recovery Fund “Next Generation EU”, criticando apertamente i tentativi nazionali maldestri di travisarne o sminuirne la portata.

Nel 2020 abbiamo quindi rafforzato il nostro impegno sulle tematiche, strategiche per il Green Deal, della crisi climatica, con l’iniziativa Italy for climate per sostenere politiche e misure necessarie per raggiungere i nuovi impegnativi target di taglio dei gas serra del 55% al 2030 e della neutralità climatica al 2050.

Abbiamo, inoltre operato, in particolare con Circular economy network, per far atterrare l’ampia condivisione sull’economia circolare, in misure per un efficace recepimento del pacchetto di nuove direttive europee, contribuendo a respingere il tentativo di smontare, in particolare, ma non solo, per i rifiuti d’imballaggio, il sistema italiano dei consorzi che ha dato ottimi risultati e di sostenere l’ulteriore salto in avanti delle attività di riciclo. Insieme ad vasto schieramento del mondo delle imprese, abbiamo sostenuto la necessità di accelerare e semplificare, secondo i recenti indirizzi europei, le procedure regionali di autorizzazione caso per caso del riciclo completo (End of waste), contribuendo ad raggiungimento di un risultato parziale sull’introduzione di questa procedura e continuando l’iniziativa per superare l’ulteriore ostacolo dell’istituzione di un complicato e frenante sistema di controlli di secondo livello, non previsti dalle normative europee.

Con l’iniziativa del Green city network, nato per rilanciare le politiche green nelle città, abbiamo proposto, in particolare con uno dei primi eventi online, una articolata riflessione sui consumi e gli stili di vita con l’idea di imparare anche qualcosa dalla dura lezione di questa pandemia.

L’Osservatorio per la sharing mobility ha condotto una vera campagna per “lesscars”: nodo strategico della mobilità urbana sostenibile e decarbonizzata.

Il Consiglio nazionale della green economy ha portato agli Stati generali 2020 una piattaforma per il Green Deal in Italia, istruita con un’ampia partecipazione di organizzazioni di imprese, coerente con gli indirizzi europei e in grado di promuovere un forte rilancio della green economy italiana. Insieme ai filoni principali delle nostre attività abbiamo condotto diverse altre iniziative di supporto tecnico per imprese, organizzazioni, enti locali e Regioni, applicando la nostra impostazione che punta a legare, e aggiornare continuamente, la nostra elaborazione con attività e situazioni concrete, sul campo.

Dal punto di vista delle attività svolte, il 2020 non solo non ha segnato un nostro ripiegamento, ma ha registrato un nostro incremento: il numero complessivo delle nostre attività di ricerca, supporto tecnico e pubblicazioni è aumentato, come quello dei nostri workshop e convegni e, in modo consistente, quello dei partecipanti, sia pure via web.

Quali prospettive per il 2021?

La pandemia ci accompagnerà, nella migliore delle ipotesi, per buona parte del 2021. Manterremo quindi l’impostazione delle nostre attività a distanza, ben collaudata nel 2020.

Il 2021 sarà, tuttavia, diverso dal 2020: sarà l’anno dell’impostazione e dell’avvio delle misure per la ripresa economica, basate, per buona parte, sull’utilizzo delle risorse europee del Recovery fund. Continueremo a seguire puntualmente i progetti e le misure dei vari settori della green economy, operando per contribuire a migliorare le misure del Piano nazionale di utilizzo delle risorse europee del Recovery fund, perché siano meglio coordinate con gli indirizzi europei del Green Deal nei settori strategici della green economy e, in particolare, più efficacemente collegate al raggiungimento dei target climatici al 2030 e al 2050.
Tenendo ben presente che il Green Deal europeo si basa anche su riforme che coinvolgono diversi aspetti del nostro sviluppo: la neutralità climatica del settore energetico e di altri settori strategici, la transizione ad un’economia circolare, una bioeconomia rigenerativa, l’agroecologia, la tutela e la valorizzazione del capitale naturale, trasporti sostenibili e decarbonizzati e l’ecosostenibilità degli investimenti.

Uscire dalla pandemia più green di come vi siamo entrati, puntare su un Green Deal, sono indirizzi che in questo avvio del 2021 sembrano godere di un’ampia condivisione dell’opinione pubblica, delle imprese, delle forze politiche e del governo. Non c’è mai stato in passato un consenso così ampio, a livello europeo e nazionale, nei confronti di un indirizzo green della ripresa economica.

Questa pandemia, che ha avuto un impatto mondiale drammatico, sta alimentando anche la spinta verso un cambiamento green, a partire da un nuovo e maggior impegno per far fronte alla crisi climatica.

Andrà in porto? È presto per dirlo. Si tratta comunque di un’occasione storica da non sprecare.

 

 

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