
Oltre 140 paesi hanno adottato una strategia per mobilitare risorse finanziarie per aiutare a invertire le drammatiche perdite di biodiversità, sebbene non siano riusciti a decidere sull’istituzione di un nuovo fondo globale per la natura, una richiesta fondamentale delle economie in via di sviluppo.
La 16^ Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, COP16, si è conclusa a Roma raggiungendo una “soluzione di compromesso equilibrata”, sui finanziamenti per la protezione della biodiversità. L’accordo se da una parte, infatti, guiderà i paesi su come raccogliere le risorse entro la fine del decennio per soddisfare gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, il patto storico sulla natura adottato nel dicembre 2022 nella Cop 15, dall’altra ha rinviato fino al 2028 in occasione della COP 18, la decisione su un nuovo fondo, destinato ad accelerare il flusso di finanziamenti per i progetti.
Proprio la parte finanziaria era restata in sospeso quando la Cop 16 di Cali lo scorso anno era stata interrotta per la mancanza del quorum. Questa volta le Parti della Convenzione hanno concordato il programma da seguire in termini di mobilitazione delle risorse al fine di colmare il divario finanziario globale sulla biodiversità e raggiungere l’obiettivo di mobilitare almeno 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, inclusi 20 miliardi di USD all’anno in flussi internazionali entro il 2025, in aumento a 30 miliardi di USD entro il 2030
Ma hanno rimandato la soluzione su chi, nel frattempo, gestirà una parte del finanziamento per la biodiversità. E proprio questo è stato l’argomento più “caldo” del dibattito romano. Un ruolo provvisorio sarà affidato al Global Environment Facility (GEF), con il suo Trust Fund e il Global Biodiversity Framework Fund (GBFF), istituiti durante la COP15. Entro la COP18, tra tre anni, si dovrà decidere se dare vita a una nuova istituzione per gestire il meccanismo o confermare il GEF, a condizione che risponda alle numerose richieste contenute nei documenti approvati per migliorare il suo funzionamento.
Nella giornata di apertura della COP16 a Roma è stato inoltre formalmente avviato il Fondo Cali, lanciato nel precedente appuntamento in Colombia, per il finanziamento delle azioni di equa redistribuzione dei benefici e dei profitti derivanti dall’uso delle informazioni relative al sequenziamento digitale (DSI) delle risorse genetiche.



