Certificazioni ambientali, dal 15 settembre 2018 vige la nuova versione della ISO 14001:2015 e scadono le certificazioni non adeguate

L’Italia è prima in Europa per numero di certificazioni UNI EN ISO 14001, quasi 20 mila, secondo la banca dati ACCREDIA, rispetto alle 120 mila rilasciate nei paesi europei. Dal 15 settembre 2015 è terminato per le organizzazioni certificate il periodo transitorio di tre anni previsto dalla norma per il passaggio alla nuova versione della ISO 14001. È obbligatorio adottare i nuovi e rinnovati requisiti della norma ISO 14001:2015 “Environmental management systems – Requirements with guidance for use”, pena la decadenza dei certificati in essere e delle agevolazioni connesse (pagamento di fideiussioni ridotte o prolungamento delle autorizzazioni).
Approvato dalla International Organization for Standardization (Iso) lo standard internazionale di gestione ambientale ISO 14001:2015 ha sostituito la precedente norma del 2004. Per assicurare una transizione soft tra le due norme era previsto un periodo transitorio di 3 anni durante il quale erano valide le nuove certificazioni e i rinnovi emessi a fronte di entrambe le edizioni della norma ISO 14001, sia quella del 2004, sia quella del 2015. Dal 15 settembre 2018 non hanno più valore e sono dunque revocate le certificazioni rilasciate a norma della ISO 14001:2004.
Contestualmente è obbligatorio adeguarsi al nuovo Regolamento EMAS (Ue) n. 1505/2017, in vigore dal 18 settembre 2017, che modifica gli allegati I, II e III del Regolamento n. 1221/2009 sull’adesione volontaria delle organizzazioni al sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas) e pubblicato dalla Commissione Europea per garantire l’allineamento alla nuova edizione 2015 della norma ISO 14001. In particolare, gli interventi hanno riguardato le prescrizioni per l’analisi ambientale e le disposizioni relative all’audit ambientale interno, cioè gli allegati che facevano riferimento alla norma ISO 14001. Le Organizzazioni registrazioni EMAS in Italia, che hanno, dunque, l’obbligo di adeguarsi, sono circa 1.000 con oltre 5.500 siti certificati.

La nuova edizione UNI EN ISO 14001 pone per la prima volta l’accento sull’analisi del ciclo di vita, Life cycle thinking, per la certificazione del sistema di gestione, prendendo in considerazione le conseguenze economiche, ambientali e sociali di un prodotto o di un processo, nell’arco del suo intero ciclo di vita. L’organizzazione deve, infatti, ora effettuare un’analisi di rischio e del contesto non solo ambientale, ma anche tecnologico, finanziario, politico e sociale. Occorre identificare gli aspetti che potrebbero pregiudicare l’azione imprenditoriale, individuando i punti di forza e di debolezza e di tutte le parti interessate e delle loro aspettative.

Nella nuova ISO 14001 la gestione ambientale è considerata all’interno dei processi di pianificazione strategica dell’organizzazione e alla leadership è attribuita maggiore responsabilità nel promuovere il miglioramento ambientale continuo.

Le organizzazioni dovranno, dunque, compiere un cambiamento sostanziale per reindirizzare più incisivamente il proprio sistema di gestione ambientale verso la prevenzione e la riduzione dei rischi ambientali legati maggiormente all’incertezza di garantire la piena compliance in merito alle attività svolte.

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